Allergia alle proteine del latte

L’allergia alle proteine del latte vaccino è tipica dei primi mesi e della prima infanzia; non è da confondere con l’intolleranza al lattosio.
Allergia alle proteine del latte

L’allergia alle proteine del latte vaccino, da non confondere con l’intolleranza al lattosio, è un problema d’ipersensibilità agli alimenti caratteristici dei primi mesi e della prima infanzia. Compare in genere verso il 2°mese di vita, se il bambino è allattato artificialmente; se il bambino è allattato al seno, in genere, compare al momento dello svezzamento o del passaggio al latte di proseguimento. Qualche sintomo può comparire anche nel bambino allattato al seno per il passaggio nel latte materno delle proteine del latte vaccino contenute nell’alimentazione della mamma.

In genere, è una forma di allergia benigna che tende a scomparire dopo il primo anno di vita, raramente dura oltre i 3-4 anni, ma nei bambini che hanno sofferto di questa allergia è meglio continuare a vigilare anche dopo.

I sintomi sono svariati, possono coinvolgere diversi organi e apparati e comparire anche per dosi apparentemente insignificanti. Le reazioni possono essere immediate o ritardate. Shock e angioedema sono le reazioni immediate più gravi e pericolose. Altre manifestazioni hanno invece un andamento più subdolo e cronico e sono più difficili da riconoscere e da interpretare.

Tra queste sono particolarmente frequenti l’orticaria, la dermatite atopica, i sintomi respiratori (sibilo asmatiforme, la dispnea, i raffreddori ricorrenti), il vomito persistente, le coliche intestinali e la diarrea che può essere molto grave, con perdite di sangue che possono portare a forme di anemia e ad un limitato accrescimento del bambino.

Se la diagnosi è certa la cura si basa esclusivamente sull’abolizione temporanea ma scrupolosa dalla dieta delle PLV (proteine del latte vaccino). Il latte, artificiale o fresco, che contiene PLV, dovrà essere sostituito secondo le indicazioni del pediatra, tenendo ben presente che oggi esistono numerose formule di latte artificiale studiate proprio per queste allergie. Per la mamma che allatta, può essere sostituito con bevande a base di riso o di soia.

Quando il bambino ha già un’alimentazione più varia è necessario rivedere la dieta in modo da eliminare non solo il latte ma anche tutti gli alimenti che contengono latte e suoi derivati, anche in bassissime quantità.

Il latte vaccino contiene svariati tipi di proteine: caseine, lattoglobuline e lattoalbumine. Queste proteine potrebbero essere contenute in un alimento anche senza l’indicazione in etichetta delle parole “latte vaccino”. Per questo è molto importante leggere attentamente l’etichetta degli ingredienti.

Il consumatore, in questo senso, è tutelato dal Regolamento UE 1169/2011 che ha reso obbligatoria, da parte dei produttori, la dichiarazione in etichetta nutrizionale della presenza di 14 classi di allergeni, tra cui le proteine del latte vaccino.

Sono alimenti a rischio:

  • formaggi, formaggini, yogurt, burro, cioccolato;
  • latte condensato, panna;
  • salsicce, bresaola, margarina;
  • carne di vitello, carne bovina, prosciutto cotto;
  • pane o grissini al latte, cereali prima colazione, farine lattee;
  • besciamella, maionese, polpette, polpettoni e hamburger preconfezionati;
  • wurstel, carne in scatola;
  • pizza bianca e rossa e preparati base per pizza;
  • dolci e dolciumi in genere;
  • pastella, budini e dessert;
  • creme pronte per dolci, creme vegetali;
  • merendine dolci e salate, purè istantaneo, frappé;
  • gelati, sorbetti, caffè e cappuccino istantanei;
  • alcune gomme da masticare;
  • formaggio di soia (tofu), muesli;
  • ragù pronto, zuppe in scatola, ripieni per arrosti.

Si consiglia di chiedere al pediatra se occorre ritardare nello svezzamento l’introduzione di altri alimenti potenzialmente allergizzanti, come:

  • uovo;
  • pesce;
  • agrumi.

Passato il periodo critico, sarà sempre e solo il pediatra a decidere e pianificare la reintroduzione graduale di alcuni alimenti senza tentativi autonomi da parte dei genitori, ricordando che le possibili reazioni dei bambini allergici, a quantità piccolissime di proteine del latte vaccino, potrebbero essere molto pericolose e rendere più difficile l’interpretazione da parte del pediatra.

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