Allergia a molluschi e crostacei

L'allergia a molluschi e crostacei è una reazione avversa ad alcune proteine contenute in questi alimenti, diverse da quelle del pesce.
Allergia a molluschi e crostacei

L’allergia ai crostacei e ai molluschi è una reazione immunitaria avversa ad alcune proteine contenute in questi alimenti. Tra questi, comunemente chiamati frutti di mare, i più allergenici sono i gamberi, ma anche le aragoste sono piuttosto pericolose.

Una delle proteine allergeniche identificate è la tropomiosina, resistente al calore e alla cottura. Dunque, chi è allergico ai frutti di mare deve fare attenzione sia ai prodotti crudi sia a quelli cotti, come avviene per il pesce. L’allergia ai molluschi e crostacei è causata dalla sensibilizzazione nei confronti di proteine totalmente diverse da quelle del pesce. La maggior parte delle persone con allergia ai crostacei e molluschi può dunque consumare del pesce, purché non vi sia stato contatto con crostacei e/o molluschi. In alcuni pazienti è possibile che siano presenti entrambe le allergie, ma è legata a una doppia sensibilizzazione.

A rendere il pesce allergenico per alcuni soggetti non sono solo le proteine, bensì anche l’anisakis, un parassita diffuso nei prodotti ittici, la cui massima pericolosità è rappresentata nel pesce crudo o poco cotto.

I sintomi allergici dell’anisakis sono:

  • l’orticaria, che può durare pochi giorni ma anche settimane e mesi;
  • l’angioedema, cioè il gonfiore alle labbra, alle palpebre e, nei peggiori dei casi, alla glottide con conseguente rischio di soffocamento;
  • l’anafilassi, la cui manifestazione più conosciuta è lo shock anafilattico, che può richiedere l’intervento del pronto soccorso.

I sintomi delle allergie ai crostacei e molluschi possono essere vari e di diversa entità. Tra i principali troviamo:

  • Orticaria, prurito, eczema;
  • Gonfiore del viso, labbra, lingua, gola, ma anche altre parti del corpo;
  • Respiro sibilante, congestione nasale, problemi respiratori;
  • Dolori addominali, nausea, diarrea, vomito;
  • Vertigini, svenimenti;
  • Formicolio alla bocca.

A questi si aggiunge la più grave anafilassi che si può presentare con:

  • costrizione delle vie respiratorie che rendono difficoltosa la respirazione: gola gonfia o sensazione di avere uno nodo in gola;
  • shock anafilattico con calo della pressione sanguigna, battito accelerato, stordimento, vertigini;
  • perdita di conoscenza.

I sintomi sono vari e posso essere anche piuttosto gravi; perciò, in caso di dubbi è consigliato consultate il medico di famiglia che potrà prescrivere dei test per le allergie alimentari. Data la potenziale pericolosità di alcuni allergeni, indagare insieme al medico e/o all’allergologo gli alimenti che sembrano creare fastidi potrebbe essere la giusta via da seguire.

La dieta in caso di diagnosi certa prevede l’eliminazione completa dell’alimento allergizzante. Sono quindi da eliminare dalla dieta:

  • Crostacei: aragosta, astice, canocchie, gamberi e gamberetti, granchio, mazzancolle, scampi, granseola.
  • Molluschi: calamaro, polpo, seppia, cozze o mitili, ostrica, tartufo di mare, vongole, telline, cannolicchi.

È importante leggere attentamente le etichette dei cibi poiché i procedimenti di preparazione dei cibi possono nascondere l’uso di tracce di molluschi e crostacei.

Il consumatore, in questo senso, è tutelato dal Regolamento UE 1169/2011 che ha reso obbligatoria, da parte dei produttori, la dichiarazione in etichetta nutrizionale della presenza di 14 classi di allergeni, tra cui i molluschi e i crostacei.

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