Patologie neurologiche
Le malattie neurodegenerative (MN) rappresentano quell’insieme di malattie che portano a una progressiva perdita di capacità cerebrali. Colpiscono i neuroni del cervello, che sono gli elementi costitutivi del sistema nervoso (che comprende cervello e midollo spinale). Nelle malattie neurodegenerative i neuroni subiscono un danno progressivo, che prima compromette la comunicazione tra le cellule e poi l’intera struttura cellulare, fino a provocare la morte cellulare. Si parla di danno irreversibile dei neuroni per il motivo per cui le cellule nervose non hanno la capacità di replicarsi e non hanno la possibilità di essere sostituite.
Ogni cellula nervosa svolge una determinata funzione e quando danneggiata comporterà una diversa e specifica manifestazione patologica. Ad esempio, quando a essere colpiti sono i motoneuroni spinali o corticali, la patologia che ne deriva è la Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA); quando invece a essere colpite sono le cellule dopaminergiche (che comunicano utilizzando la dopamina come neurotrasmettitore), la relativa malattia neurodegenerativa è il Morbo di Parkinson.
I fenomeni capaci di causare la morte delle cellule nervose in tutte le malattie neurodegenerative sono:
- un accumulo di ioni calcio all’interno del neurone;
- un’attivazione anomala di specifiche proteine chiamate recettori, normalmente presenti nel tessuto cerebrale ma mantenuti silenti;
- lo stress ossidativo;
- una riduzione del sistema di produzione ed eliminazione delle proteine;
- un danno ai mitocondri, gli organelli incaricati del sostegno energetico della cellula.
A livello istologico si evidenzia la costante presenza di “matasse” proteiche nell’encefalo nei soggetti affetti da malattie neurologiche, accumulate a causa del ridotto smaltimento delle proteine. Se inizialmente tali aggregati venivano considerati la causa biologica delle malattie neurodegenerative, studi recenti hanno dimostrato che a produrre il danno ai neuroni sono invece piccole forme solubili, detti oligomeri. Infatti, con il termine oligomeropatia si descrivono tutte queste malattie.
Le malattie neurodegenerative possono essere di natura genetica (trasmissibile) o sporadica, ossia non riconducibile a un’alterazione del DNA (non trasmissibile). Il concetto di fattore di rischio infatti va spesso oltre la componente genetica e può essere anche di tipo ambientale, a comprendere lo stile di vita e la dieta.
Prevenzione, diagnosi e cura
Grazie alla ricerca, le conoscenze relative alla biologia delle malattie neurodegenerative sono cresciute esponenzialmente. Tuttavia, non si sono ancora tradotte in interventi in grado di agire sulle cause delle malattie. Le terapie sono, infatti, ancora limitate ad azioni di tipo sintomatico.
La diagnosi effettuata da uno specialista di neurologia si basa su:
- anamnesi familiare e personale
- esami ematochimici per individuare sostanze estranee
- indagini diagnostiche come TAC, PET e MRI
I farmaci sono ancora limitati e per questo motivo è importante effettuare una diagnosi precoce che consenta di sviluppare un percorso fondamentale nella gestione del malato e della malattia.
L’alimentazione
Le patologie neurodegenerative sono caratterizzate da una lunga fase preclinica nella quale è possibile intervenire con l’alimentazione per rallentare la progressione della malattia. Studi recenti hanno dimostrato che un’alimentazione ipoproteica, povera di grassi e di colesterolo e ricca invece di fibre e frutta e verdura dall’azione antiossidante può rappresentare un fattore protettivo nei confronti di patologie degenerative. Molto importanti sono anche i grassi insaturi, contenuti ad esempio nell’olio d’oliva, che rappresentano un fattore neuroprotettivo capace di modulare o addirittura diminuire l’attività infiammatoria.
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