Sensibilità al glutine

La sensibilità al glutine è un’intolleranza transitoria, diversa dalla celiachia, che può risolversi dopo una periodo di dieta priva di glutine.
Sensibilità al glutine

La sensibilità al glutine è un problema più diffuso di quanto si pensi; sempre più italiani soffrono di disturbi che potrebbero essere dovuti proprio a questa forma di intolleranza, ma i sintomi spesso vengono erroneamente associati alla malattia celiaca o con la sindrome dell’intestino irritabile.

Si manifesta dall’età dell’adolescenza in poi, mentre è molto rara in età pediatrica.

In generale le persone sensibili al glutine possono avvertire diarrea o stitichezza a periodi alternati, mal di testa, nausea, stanchezza, dolori muscolari, ansia e depressione e molti altri fastidi che non sono spiegabili se s’ignora la propria condizione di sensibilità.

I sintomi sono simili a quelli della celiachia, ma al contrario di questa, la sensibilità al glutine è una forma transitoria e può risolversi dopo un periodo di alimentazione senza glutine.

I sintomi avvertiti sono solo in parte simili a quelli dei pazienti celiaci e chi è solo sensibile al glutine risulta negativo agli esami del sangue per la celiachia e non presenta le lesioni dell’intestino caratteristiche della celiachia.

È bene tenere un diario nel quale segnare i tempi di comparsa dei sintomi.

La dieta per la sensibilità al glutine

Al contrario di ciò che avviene per la celiachia, i sintomi di chi soffre di sensibilità al glutine scompaiono dopo un periodo di totale esclusione del glutine dalla dieta. La durata di questo periodo varia da persona a persona. Successivamente è possibile gradualmente alimenti contenenti glutine e, se non si ripresentano sintomi, adottare una dieta normale.

È possibile che si rendano necessari alcuni farmaci per alleviare i sintomi.

Dieta e farmaci vanno sempre prescritti dal medico non prima degli accertamenti diagnostici. 

La dieta priva di glutine ha lo scopo di ridurre o eliminare del tutto i sintomi. Ogni paziente ha caratteristiche e problemi diversi, quindi, è necessaria una dieta personalizzata elaborata da un professionista.

Al pari della celiachia, sono da evitare alcuni degli alimenti più comuni costituiti dai cereali vietati ma è anche necessario eliminare le più piccole tracce di glutine dal piatto. Questo significa imparare a controllare tutte le etichette alimentari al momento dell’acquisto per verificare che l’alimento sia privo di glutine.

Alimenti vietati

Sono da escludere:

  • frumento, farro, orzo, avena, segale, kamut, spelta, triticale; farine e amidi di tali cereali; primi piatti preparati con i cereali vietati (paste, paste ripiene, gnocchi, pizzoccheri, crepes…); pane e prodotti sostitutivi da forno preparati con i cereali vietati (pan grattato, focaccia, pizza, piadine, panzerotti, grissini, crackers, fette biscottate, crostini, biscotti, merendine, pasticcini, torte…); germe di grano; couscous, bulgur, tabulè; crusca dei cereali vietati; malto dei cereali vietati, prodotti per prima colazione a base di cereali vietati (soffiati, in fiocchi, muesli, porridge…);
  • carne o pesce impanati, infarinati o cucinati in sughi o salse addensate con farine vietate;
  • yogurt al malto/cereali/biscotti; latte ai cereali o ai biscotti; bevande a base di avena;
  • minestroni con cereali vietati, verdure impanate, infarinate o in pastella, frutta disidratata infarinata;
  • caffè solubile o surrogati per il caffè, bevande a base di cereali vietati, orzo solubile;
  • birra da malto d’orzo e/o di frumento;
  • cioccolato con cereali, torte biscotti e dolci preparati con farine vietate;
  • lievito naturale;
  • seitan.

Alimenti a rischio di contaminazione

Il paziente con sensibilità al glutine deve fare attenzione anche a tutti quegli alimenti che potrebbero contenere glutine in piccolissima percentuale o a rischio di contaminazione per i quali è necessario controllare gli ingredienti e i processi di lavorazione.

Tale cura va dedicata anche alle etichette di farmaci e integratori che possono contenere sostanze simili al glutine o prodotti provenienti da cereali non sicuri.

Tra gli alimenti a rischio:

  • farine, fecole e amidi di cereali permessi, polenta, tapioca; prodotti per prima colazione a base di cereali permessi (soffiati, in fiocchi, muesli); cialde e gallette di cereali permessi; fibre vegetali e dietetiche; risotti pronti; crusca dei cereali permessi;
  • salumi e insaccati, conserve di carne, hamburger, pesce conservato, omogeneizzati di carne, pesce, prosciutto e/o formaggio;
  • panna a lunga conservazione, yogurt alla frutta cremosi o con aggiunta di addensanti, yogurt di soia, yogurt di riso, formaggi a fette, fusi, spalmabili e light, latte in polvere, latte condensato, latte di crescita, bevande a base di latte, soia, riso o mandorle;
  • creme, budini, dessert, panna cotta, caramelle, canditi, cioccolato e creme spalmabili, dolcificanti, gelato, marmellate e confetture, marzapane, pasta da zucchero, torrone, croccante, zucchero a velo;
  • preparati per minestrone, zuppe e minestre con cereali permessi, verdure conservate e surgelate, omogeneizzati di verdure, frutta candita e caramellata, frullati e passate di frutta, omogeneizzati di frutta;
  • bevande light, bevande a base di frutta, frappè, preparati per bevande al cioccolato/cacao/cappuccino, sciroppi per bibite e granite, effervescente per bevande;
  • bevande alcoliche addizionate con aromi e altre sostanze, birre da cereali consentiti;
  • aceto aromatizzato, besciamella, burro e margarina light, sughi pronti, salse, dadi ed estratti per brodo, insaporitori, aromi, colla di pesce, gelatina alimentare, lievito chimico e di birra, lecitina di soia, miso, salsa di soia, tofu;
  • integratori alimentari.
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