Ipertrofia prostatica

La più comune malattia della prostata è l'Ipertrofia Prostatica Benigna, un tumore benigno che consiste in un ingrossamento della ghiandola.
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La più comune malattia della prostata è l’Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB – detta anche adenomatosi prostatica), un tumore benigno che consiste in un ingrossamento della ghiandola. Con l’aumentare dell’età la porzione centrale della ghiandola, posta a manicotto intorno al canale urinario, tende a ingrandirsi in maniera eccessiva; così, il canale urinario (uretra) viene compresso e schiacciato.

Segni e sintomi

I primi segnali dell’ipertrofia, talvolta non avvertiti dal paziente, sono:

  • l’aumento della frequenza delle minzioni diurne e notturne,
  • la sensazione d’incompleto svuotamento,
  • la ritenzione urinaria acuta, nei casi più gravi.

Diagnosi

Per la diagnosi l’urologo si avvale dell’esplorazione rettale e dell’ecografia pelvica e transrettale. In aggiunta, gli esami di laboratorio permettono di misurare nel sangue il livello di alcune sostanze di origine prostatica: PSA totale, PSA free (libero), la fosfatasi acida prostatica (PAP). Molto spesso, però, nelle ipertrofie prostatiche benigne il dosaggio di queste sostanze è assolutamente normale o di poco aumentato. Più utile è la loro determinazione nel sospetto e nel monitoraggio di condizioni che possono degenerare in tumori maligni, quali i tumori prostatici derivanti da ripetute infiammazioni (prostatiti) della prostata spesso complicate da infezioni delle vie urinarie.

Cura

Una dieta adeguata e alcuni cambiamenti nello stile di vita hanno un effetto preventivo verso l’insorgenza del tumore maligno prostatico.

In caso d’ipertrofia lieve, il medico dispone un trattamento a base di farmaci antiprostatici e decongestionanti, che hanno lo scopo di diminuire le dimensioni della prostata, ristabilendo così la sua funzionalità e una normale minzione. Oltre ai farmaci propriamente detti, possono essere utilizzate anche sostanze ed estratti vegetali che sembrano avere un effetto antinfiammatorio e decongestionante sulla prostata.

Se però la terapia farmacologica non dovesse fornire l’effetto sperato, è necessario ricorrere al trattamento chirurgico, che può avvalersi di due metodi:

  • l’endoscopia
  • la chirurgia classica (riservato, ormai, ai soli pazienti con prostate molto voluminose)

La dieta

Per la cura dell’ipertrofia prostatica benigna sta assumendo sempre maggiore importanza la dieta. Quella “occidentale” sembra associarsi a un aumento del rischio di cancro, mentre quella mediterranea sembra offrire un effetto protettivo. Il pericolo di tumore diminuisce molto se fin dalla giovane età l’alimentazione è ricca di antiossidanti, minerali e vitamine, povera di grassi. È bene, quindi, cominciare la dieta preventiva in gioventù, specie per i giovani ad alto rischio come gli obesi, i fumatori, chi ha familiari con tumore alla prostata o chi ha già sofferto di prostatiti.

L’apporto di acqua è fondamentale per favorire le funzioni renali e la circolazione del sangue.

Alimenti consigliati

La SIU (Società Italiana di Urologia) consiglia l’assunzione di:

Sostanze antiossidanti

  • Licopene: presente in pomodori, anguria e pompelmo.
  • Polifenoli e isoflavoni: abbondanti nel tè verde e nella soia.

Vitamine antiossidanti

  • Vitamina D: in latte e latticini, uova e vegetali (dove è presente come provitamina D).
  • Vitamina E: in latte, latticini, tuorlo d’uovo, carne, pesce, cereali (come mais, frumento e riso), legumi e oli vegetali.
  • Vitamina A: presente nelle carote, albicocche, spinaci, broccoli, pomodori.
  • Vitamina C: nei ribes, kiwi, agrumi, fragole, mirtilli, cavolfiori, peperoni.

Minerali antiossidanti

  • Selenio: nelle carni rosse, fegato, uovo, lievito di birra, riso integrale, legumi e pomodori.
  • Zinco: nei legumi, tuorlo d’uovo, cereali, soia, lievito di birra, carne, ostriche.

Dunque, in tavola non dovrebbero mancare:

  • Frutta e verdura tutti i giorni in abbondanza, sia cruda sia cotta, dando la preferenza ai pomodori, ai frutti di bosco, all’uva nera, alle prugne, alle noci e alle mandorle.
  • Cereali, sotto forma di pane e pasta, nelle giuste quantità secondo il peso, l’altezza e lo stato nutrizionale.
  • Carni magre o pesce, una volta al giorno, tutti i giorni, in porzioni non eccessive.
  • Affettati e formaggi magri solo un paio di volte la settimana come secondo piatto (es. ricotta fresca magra, prosciutto senza grasso).
  • Uova: 2 alla settimana.
  • Tanta acqua.

Alimenti da evitare

Vanno, invece, evitati:

  • dolci e snack;
  • porzioni eccessive di carne rossa;
  • cibi ricchi di sale;
  • salse e cotture troppo elaborate con intingoli, fritti e soffritti;
  • alimenti e condimenti a base di grassi idrogenati o di provenienza animale (burro, strutto, lardo, panna, mascarpone);
  • spezie irritanti e salse piccanti (senape, ketchup, pepe nero, paprica);
  • formaggi grassi e fermentati a lungo;
  • affettati grassi e insaccati (pancetta, salsiccia, cotechino, salame, zampone);
  • alcol (superalcolici, birra, aperitivi, distillati e grappe).
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