Grassi buoni? Parliamone…
L’assunzione di acidi grassi marini n-3 (detti anche omega-3) è stata associata a rischi ridotti di malattie cardiovascolari e cancro in diversi studi osservazionali. Non è chiaro se anche la supplementazione con acidi grassi n-3 abbia tali effetti nella popolazione sana.
Il VITAL Research Group ha condotto uno studio randomizzato, controllato con placebo, con un disegno fattoriale due-per-due, per valutare l’effetto della supplementazione di vitamina D 3 (alla dose di 2000 UI al giorno) e di omega-3 (alla dose di 1 g al giorno) nella prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari e del cancro tra gli uomini di oltre 50 anni e le donne di età> 55 anni negli Stati Uniti.
Questo articolo riporta i risultati del confronto degli acidi grassi n-3 con il placebo.
In totale, sono stati 25.871 i partecipanti sottoposti a randomizzazione. Durante un follow-up mediano di 5,3 anni, un evento cardiovascolare maggiore si è verificato in 386 partecipanti nel gruppo n-3 e in 419 nel gruppo placebo (P = 0,24, non significativo). Il carcinoma invasivo è stato diagnosticato in 820 partecipanti nel gruppo n-3 e in 797 nel gruppo placebo (P = 0,56, non significativo). Anche per gli eventi secondari, nessuna differenza significativa tra i gruppi.
L’integrazione con acidi grassi n-3 non ha quindi comportato una minore incidenza di eventi cardiovascolari maggiori o di cancro rispetto al placebo.
Ma, sopravvivendo agli eventi cardiovascolari e al cancro, il rischio è quello di invecchiare.
L’aumento dell’aspettativa di vita a livello mondiale ha comportato un aumento significativo delle malattie legate all’età. La demenza è una delle malattie legate all’età in più rapida crescita, con una stima di 75 milioni di adulti che si ammaleranno entro il 2030.
La malattia di Alzheimer (AD) è la forma più comune di demenza e rappresenta la fase più significativa del declino cognitivo. Con nessuna cura identificata fino ad oggi per l’AD, l’attenzione si concentra su strategie preventive per rallentarne la progressione, ridurre al minimo il carico di malattie neurologiche e promuovere un invecchiamento sano.
Le prove accumulate suggeriscono che la nutrizione (ad es. frutta, verdura, pesce) è importante per ottimizzare la cognizione e ridurre il rischio di AD.
Una review esamina il ruolo della nutrizione sulla cognizione e l’AD, con particolare attenzione alla dieta mediterranea (MeDi) e ai componenti nutrizionali chiave del MeDi, vale a dire i carotenoidi della xantofilla e gli acidi grassi omega-3. Data la loro presenza selettiva nel cervello e la loro capacità di attenuare i meccanismi proposti coinvolti nella patogenesi dell’AD (vale a dire il danno ossidativo e l’infiammazione), questi composti nutrizionali sono potenzialmente utili per ottimizzare la cognizione e ridurre il rischio di AD.
Per approfondire:
Azione degli omega-3 e di altri composti da alimenti anti AD
Articolo sulla Dieta Mediterranea (preventiva del declino cognitivo, popolazione giovane)
Dieta sana rallenta declino cognitivo (popolazione di mezza età, sempre in tempo per fare bene)
La dieta anti-Alzheimer
- Prevenzione cardiovascolareEsistono diversi fattori di rischio cardiovascolari; è quindi possibile intervenire su quelli modificabili per prevenire l’insorgenza di malattia.AterosclerosiL’aterosclerosi è un’alterazione vascolare causata dall’accumulo di colesterolo nella parete delle arterie, che perdono la loro funzionalità.Regime di prevenzione antitumoraleIl regime alimentare per la prevenzione antitumorale si basa sulle linee guida ACS e ha l’obiettivo di ridurre il rischio di incidenza tumorale.