Cefalee
In Italia 7,2 milioni di persone soffrono di mal di testa, il 12% della popolazione in generale e ben il 18% di quella femminile. Questo disturbo negli adulti può assumere circa 200 forme diverse, racchiuse in due grandi categorie:
- cefalee primarie;
- cefalee secondarie.
Il dolore può essere di varia intensità, continuo o intermittente, cronico o episodico, isolato o accompagnato da altri sintomi quali ipersensibilità a luci, nausea, vomito.
Le forme di cefalee primarie più frequenti sono due:
- Cefalea muscolo-tensiva: rappresenta la forma più comune, soprattutto nel sesso femminile, e dipende principalmente dalla contrazione dei muscoli del capo e del collo associata a condizioni di tensione. Questa forma può essere correlata allo stress, alla depressione, all’ansia o alla postura scorretta.
- Emicrania:costituisce il secondo tipo più comune di cefalea primaria, colpisce prevalentemente le donne adulte, ma può presentarsi anche in età infantile. È un disturbo di natura neurovascolare. Questa forma di cefalea si estende a un solo lato del cranio. Ne esistono due varianti: emicrania con o senza aura. L’aura consiste in una serie di sintomi transitori di tipo neurologico (disturbi visivi, sensoriali e della parola), che precedono e accompagnano particolari forme di emicrania.
Nelle varie forme è importante stabilire con appropriati percorsi diagnostici la causa del mal di testa, per evitare di prendere troppi analgesici e per trovare prima possibile i rimedi appropriati.
Molti fattori possono scatenare il mal di testa e tra questi alcuni cibi e bevande. Per questo, quando la causa non è chiara, nella prevenzione degli attacchi dolorosi è bene:
- tenere un diario da portare al medico nel quale segnare giorno, ora dell’attacco doloroso e cibi/bevande consumati prima della comparsa del dolore;
- evitare i cibi contenenti ammine: formaggi stagionati, estratto di lievito, conserve di pesce (come tonno, acciughe, sardine), noci, banane, patate, pomodori, fragole, crostacei, uva passa, cioccolato;
- preferire e aumentare il consumo di: yogurt, pane, zucchero, pasta, riso, olio di oliva, frutta e verdura (salvo eccezioni);
- associare alla dieta vitamine e sali minerali, soprattutto durante il periodo estivo;
- evitare i digiuni prolungati, perché il calo di zuccheri dilata i vasi sanguigni del cranio e provoca dolore;
- pranzare e cenare a orari regolari, senza trascurare di fare una prima colazione completa;
- consumare lentamente i cibi e le bevande freddi, come gelati, granite, ghiaccioli: l’eccessivo stimolo di alcune terminazioni nervose del palato potrebbe scatenare il dolore;
- preferire sempre i cibi freschi a quelli conservati: gli additivi alimentari, come coloranti, conservanti, aromi artificiali, contengono sostanze con “effetto cefalalgico” e possono provocare mal di testa;
- prestare attenzione alle bevande in genere: birra, vino bianco e bibite gassate sono a rischio.
Nei casi più gravi, in cui la cefalea non accenna a diminuire malgrado le rinunce alimentari, è opportuno fare ricorso a farmaci specifici, ma solo e sempre previa prescrizione medica.
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