Bulimia Nervosa

La bulimia nervosa è un disturbo del comportamento alimentare caratterizzato da frequenti abbuffate alternate a comportamenti di compenso.
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Bulimia Nervosa

La Bulimia Nervosa (BN) è un Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) definito come “un’epidemia nascosta”, poiché l’alternanza di eccessi alimentari e compensi mantiene il soggetto in una condizione di sostanziale normopeso.

La prevalenza nel sesso femminile (90%) e il picco di incidenza tra i 15 ed i 25 anni di età possono essere caratteristiche in comune tra Anoressia Nervosa e Bulimia Nervosa. Tra l’altro, si osserva spesso un passaggio da una fase anoressica a una fase bulimica e viceversa. Tuttavia, nella BN le abbuffate e i comportamenti di compenso non hanno una frequenza sporadica: capitano almeno una volta alla settimana e per almeno 3 mesi consecutivi.

Manifestazione caratteristica della BN è l’abbuffata, definita in maniera specifica da due aspetti:

  • l’alimentazione è abbondante, vorace e quasi sempre solitaria;
  • la persona con BN vive una sensazione di perdita di controllo alimentare: comincia con un biscotto e finisce con un’intera confezione.

Associati all’abbuffata sono sempre presenti comportamenti di compenso, ovvero comportamenti messi in atto per scongiurare le conseguenze “ingrassanti” dell’abbuffata. Ci sono due grandi gruppi di comportamenti di compenso:

  • di tipo eliminatorio: vomito autoindotto, più frequente, abuso di farmaci lassativi o diuretici;
  • di tipo non eliminatorio: eccesso di attività fisica o comportamenti di digiuno/semidigiuno, precedenti o conseguenti l’abbuffata.

I comportamenti di compenso di tipo eliminatorio rappresentano il rischio più frequente e più grave, in quanto sia il vomito sia l’abuso di lassativi e diuretici possono portare a un rapido calo di sali minerali (come potassio), con conseguente rischio di aritmie e, nei casi più gravi, di morte per arresto cardiaco.

Come avviene per l’AN, anche nella BN la stima di sé è esageratamente influenzata dalla forma e dal peso corporeo.

I Disturbi Alimentari sono malattie di tipo multifattoriale, quindi con più fattori di rischio che concorrono all’esordio della malattia.

Iter terapeutico

Un centro specialistico multidisciplinare dove collaborano insieme medici specialisti, psichiatri, psicoterapeuti, dietologi, nutrizionisti e dietisti, è l’iter terapeutico elettivo per i pazienti affetti da disturbi alimentari.

Farmaci

Nella Bulimia Nervosa possono essere utili terapie farmacologiche (come la fluoxetina), che stabilizzano l’umore e riducono la frequenza delle abbuffate e dei comportamenti di compenso.

È importante, come per l’AN, tenere sempre in mente che si tratta di terapie di tipo multidisciplinare, in cui la prescrizione del farmaco deve essere sempre associata a un trattamento di tipo psicologico e nutrizionale.

Integratori alimentari

Nella BN sono spesso presenti alterazioni nei livelli di sali minerali nel sangue, soprattutto potassio, cloro, calcio e magnesio; per questo è richiesta un’integrazione specifica.

L’integrazione deve essere sempre monitorata da esami del sangue di controllo, prescritti dallo specialista in DCA in accordo con il medico di famiglia.

Alimentazione

Uno dei fattori scatenanti le abbuffate è la presenza di comportamenti dietetici più o meno ristretti che, stimolando nel soggetto una “spinta di sopravvivenza anti-carestia”, rendono più probabile la ricerca compulsiva di alimenti “vietati”, soprattutto dolciumi, prodotti da forno salati e alimenti ricchi di grassi..

La dieta da sola non è la soluzione unica al problema ponderale e non esistono alimenti specifici per curare la malattia o alimenti vietati per non peggiorare. In questo senso, è utile la stretta collaborazione tra il nutrizionista e lo psicoterapeuta.

La prescrizione alimentare non è schema dietetico rigoroso ma è improntata al graduale reinserimento, nelle abitudini alimentari quotidiane, di una varietà alimentare ampia e salutare, che stimoli al meglio la sazietà della paziente.

Contemporaneamente, l’intervento psicologico aiuta nel riconoscere le differenze tra fame “vera” e fame “emotiva”.

Consigli Pratici

Si possono riconoscere sintomi fisici caratteristici del paziente bulimico:

  • stanchezza e crampi muscolari,
  • erosioni dentali conseguenti al vomito,
  • disordini intestinali legate all’abuso di lassativi.

La persona con DCA soffre per un grave disagio psicologico di inadeguatezza e scarsa autostima cercando di nascondere le proprie sofferenze.

Per i genitori:

  • Stabilire una linea comune da tenere con il figlio;
  • Comprendere che il rifiuto del cibo è spia di un disagio psicologico profondo;
  • Riconoscere i lenti ma progressivi e persistenti cambiamenti indotti dalla malattia;
  • Coinvolgere nella preparazione in cucina e negli acquisti;
  • Evitare giudizi sulla persona.

Per gli insegnanti:

  • Controllare situazioni di visibile e progressivo deperimento, piuttosto che repentini cambiamenti di umore o di comportamento;
  • Gli insegnanti di materie collegate all’alimentazione (ad es. biologia, scienze naturali, scienze motorie), possono organizzare lezioni sulla nutrizione (spesso la persona con DCA manifesta particolare interesse), mettendo sempre in evidenza la necessità di un’alimentazione varia ed equilibrata.
  • Supportare la famiglia.

No

Per i genitori:

  • “Nessun giudizio, nessun commento”: spesso si ottiene l’effetto uguale e contrario;
  • Non colpevolizzare un fattore esterno o un fattore familiare;
  • Non discutere e litigare a tavola;
  • Non essere complici della malattia.

Per gli amici o i compagni di scuola:

  • Non facilitare relazioni di tipo esclusivo che possono peggiorare la situazione di isolamento sociale;
  • Non commentare cosa o come si mangia;
  • Non giudicare l’aspetto o la forma corporea;
  • Non sostituirsi o essere in antagonismo alla famiglia nel ruolo di sostegno;
  • Non dare consigli sul peso, sull’attività fisica o sull’aspetto di una persona;
  • Non essere complici dei sintomi di DCA.
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