Endometriosi

L’endometriosi determina infiammazione cronica che può essere migliorata attraverso la cura dell’alimentazione e dello stile di vita.
endometriosi

L’endometriosi è una malattia femminile determinata dall’accumulo anomalo di cellule endometriali fuori dall’utero. Solitamente le cellule endometriali dovrebbero trovarsi all’interno di esso e questa anomalia determina nel corpo infiammazione cronica che si manifesta tramite forti dolori e sofferenze intestinali.
L’endometriosi può colpire donne di qualsiasi età; tuttavia, dimostra di avere una particolare predilezione per le donne in età fertile tra i 30 e i 40 anni.
L’incidenza dell’endometriosi è abbastanza elevata: secondo le più attendibili ricerche statistiche, infatti, il numero di donne affette rappresenterebbe il 6-10% della popolazione generale di sesso femminile.
La prevalenza è più comune nelle donne con dolore pelvico cronico che non hanno mai avuto figli.
In Italia, le donne con endometriosi sono più di 3 milioni; in Unione Europea, circa 14 milioni; nel mondo, infine, circa 150.000.000.

Eziologia

Le precise cause di endometriosi sono poco chiare. Esistono, tuttavia, diverse teorie che cercano di spiegare come possa insorgere:

Teoria della mestruazione retrograda. Secondo tale teoria, gruppi di cellule dell’endometrio, che si sfaldano durante le mestruazioni, refluirebbero attraverso le tube di Falloppio fino alla cavità addomino-pelvica, dove si impianterebbero sul peritoneo e gli organi avvolti dal peritoneo. L’impianto delle suddette cellule all’interno della cavità addomino-pelvica dà luogo al fenomeno delle cosiddette “isole endometriosiche”. Questa ipotesi sembra confermata dal fatto che le sedi di maggior frequenza dell’endometriosi sono le tube di Falloppio, le ovaie e lo scavo di Douglas (cioè l’incavo creato dallo spazio tra la parte posteriore dell’utero e la parte anteriore del retto).

Teoria metaplasica. In base alla teoria metaplasica, le cellule del peritoneo andrebbero incontro, per cause sconosciute, a una trasformazione in cellule dell’endometrio; questo spiegherebbe l’eccezionale formazione di tessuto endometriale nella vescica e nella prostata che si può ritrovare anche nei soggetti di sesso maschile.

Teoria della disseminazione per via linfatica ed ematica. Secondo tale teoria, le cellule dell’endometrio potrebbero raggiungere altri organi (es: polmoni o reni), attraverso il sistema linfatico o il sangue (mediante le vene pelviche). È l’ipotesi più accreditata, per spiegare la presenza di endometrio al di fuori della cavità pelvica che non può dipendere dal trasporto retrogrado.

Teoria dell’impianto iatrogeno. Tale teoria è frutto della dimostrazione che esiste una possibilità di impianto di tessuto endometriale sulle cicatrici chirurgiche, successive a taglio cesareo o a operazioni di rimozione dell’utero (isterectomia).

Teoria dell’alterazione immunitaria endoperitoneale. Normalmente, il sistema immunitario riconosce come estranee le cellule dell’endometrio che sono refluite in cavità addominale, al momento della mestruazione, e le elimina. In base a questa ipotesi, quindi, un’anomalia del sopraccitato meccanismo immunitario, indotta da una mutazione genetica, consentirebbe ad alcune cellule endometriali di sopravvivere e moltiplicarsi.

Teoria ormonale. Tale teoria afferma che, in alcuni soggetti, l’endometriosi dipenderebbe dall’attività degli estrogeni, i quali – durante la pubertà femminile – indurrebbero la trasformazione in cellule endometriali di alcune cellule, destinate in origine a diventare altro. Questa teoria ha sollevato un dibattito in merito ai contraccettivi orali a basso contenuto di estrogeni e ad alto contenuto di progesterone: il tema di discussione è se tali farmaci possono o meno avere effetto protettivo nei confronti dell’endometriosi.

Fattori di rischio

Secondo gli esperti, sono fattori di rischio per l’insorgenza di endometriosi:

  • Assenza di gravidanze: le donne che non sono mai rimaste incinte sono più a rischio delle donne che sono rimaste incinte almeno una volta nella vita;
  • Menarca (ossia la prima mestruazione) in età precoce;
  • Menopausa in età molto avanzata;
  • Cicli mestruali brevi (per esempio, durata inferiore ai 27 giorni);
  • Alti livelli di estrogeni nel corpo, prodotti in eccesso dal corpo o da esposizione agli estrogeni che si somma alla quantità di estrogeni prodotti normalmente dal corpo;
  • Consumo ingente di alcol;
  • Storia familiare di endometriosi;
  • Condizione medica che impedisca il normale passaggio del flusso mestruale al di fuori del corpo;
  • Anomalie uterine.

Sintomi

Le donne che soffrono di endometriosi riferiscono dolore mestruale, dolore durante i rapporti sessuali, dolore alla minzione e alla defecazione, a volte accompagnato dalla comparsa di sangue nelle urine o nelle feci. Il dolore può essere cronico e persistente, ma generalmente i sintomi si aggravano durante il periodo mestruale. Alcune donne lamentano astenia e lieve ipertermia, che può accentuarsi in periodo mestruale, e fenomeni depressivi.

L’endometriosi è causa d’infertilità (30-40% dei casi) e con un impatto notevole sulla qualità della vita e sui costi diretti e indiretti. Si aggiunge un ritardo diagnostico, valutato intorno ai sette anni. Di fatto una pronta diagnosi e un trattamento tempestivo possono migliorare la qualità di vita e prevenire l’infertilità.

Sin dalla più giovane età è molto importante sapere che i dolori mestruali e durante i rapporti non sono normali e che non devono essere taciuti. Inoltre, le donne che hanno la madre o una sorella affette da endometriosi hanno un rischio di svilupparla sette volte maggiore.

Sei un operatore della salute?

Condividi su :
Servizi
Parliamo di ...
ULTIME NOTIZIE