Malattie reumatiche a dieta
Ogni anno, il 12 ottobre si celebra la giornata mondiale delle malattie reumatiche, evento che mira a sensibilizzare tutto il pubblico in tutto il mondo sull’esistenza e l’impatto delle malattie reumatiche e muscoloscheletriche.
La dieta chetogenica, come dieta antinfiammatoria, si candida come approccio a supporto nelle malattie reumatiche. Diversi studi hanno suggerito risultati promettenti di KD per aiutare i pazienti a perdere peso, ridurre il fabbisogno di insulina nel diabete, integrare i protocolli sul cancro, trattare le condizioni neurologiche e ottimizzare il controllo delle malattie metaboliche e cardiovascolari. Tuttavia, la letteratura sulle proprietà antinfiammatorie della KD nelle malattie reumatiche è ancora limitata.
Chetogenica e artrite reumatoide
Le prove disponibili suggeriscono effetti potenzialmente benefici delle diete antinfiammatorie sull’attività della malattia. Prodotti come carne rossa, sale o una dieta ricca di grassi possono scatenare l’infiammazione, mentre frutta, verdura e pesce possono esercitare un’azione antinfiammatoria. Tuttavia, non esiste una raccomandazione dietetica specifica per l’artrite reumatoide.
Una revisione sistematica di 70 studi ha rivelato che il digiuno, gli omega 3 e la vitamina D3 hanno ridotto significativamente i sintomi dell’artrite reumatoide. Il digiuno e la restrizione calorica, poi, sono stati associati al miglioramento dell’attività della malattia, con effetti più forti sui sintomi soggettivi.
Lo stato metabolico indotto dal digiuno può essere considerato simile alla KD. Su questa base, è concepibile un ruolo per KD nell’AR, ma le conoscenze disponibili delineano poca efficacia.
Fraser et al. hanno scoperto che il digiuno, ma non KD, ha ridotto significativamente i livelli sierici di IL-6 e ha migliorato l’attività della malattia nei pazienti con AR. Tuttavia, in questi studi KD è stato prolungato solo per 7 giorni. È stato dimostrato che sono necessari periodi più lunghi per avere una risposta al controllo del dolore e per ridurre lo stress ossidativo. È possibile che il periodo di trattamento testato sia stato troppo breve per ottenere risultati significativi in RA.
Chetogenica e artrite psoriasica
PsA è associato a diverse anomalie metaboliche. Insulino-resistenza, ipertensione, diabete e iperuricemia sono comorbidità comuni che definiscono lo spettro della malattia psoriasica sistemica. La letteratura sugli effetti degli interventi nutrizionali nella PsA è limitata, senza indicazioni dietetiche specifiche.
Nella psoriasi, è stato dimostrato che un regime nutrizionale chetogenico ha portato a un miglioramento significativo degli indici di attività della malattia. Attraverso la valutazione del profilo metabolomico è stato inoltre possibile dimostrare un marcato miglioramento dei parametri biochimici indicativi dei metaboliti correlati alla psoriasi. È stato suggerito che, nei pazienti psoriasici, la KD può facilitare la perdita di peso e modulare l’infiammazione sistemica con conseguente risposta rapida alla terapia sistemica.
In alcuni pazienti con PsA durante il digiuno del Ramadan i ricercatori hanno dimostrato che il digiuno intermittente ha migliorato la manifestazione clinica della PsA, compresi i punteggi di attività della malattia di PsA, l’entesite e la dattilite. Inoltre, il miglioramento dei pazienti era indipendente dalle variazioni del peso dei pazienti. La PsA è stata fortemente associata all’aumento di Th17 e IL-17A. Oltre ai suddetti effetti KD, BHB induce la produzione di IL-10 tramite HCAr dendritico, con conseguente effetto inibitorio su Th17.
Chetogenica e spondilite anchilosante
Simile a RA e PsA, ci sono poche prove che specifici interventi dietetici influenzino l’attività. Una revisione sistematica di 16 pubblicazioni ha rilevato che la riduzione dell’assunzione di amido, l’esclusione dei latticini, il consumo di pesce e olio di pesce o l’integrazione probiotica non hanno migliorato i sintomi dell’AS.
I pazienti affetti da AS e, in generale, da spondiloartrite assiale (axSpA), sono caratterizzati da un aumentato rischio cardiovascolare. La dieta mediterranea ha dimostrato di esercitare un ruolo protettivo sulla morbilità cardiovascolare. Quando l’impatto della dieta mediterranea è stato studiato nei pazienti con axSpA, sia la percezione soggettiva del dolore, i reagenti di fase acuta che l’attività della malattia sono migliorate dopo 6 mesi di intervento nutrizionale.
Uno dei principali meccanismi patogenetici dell’AS è la compromissione della funzione immunomodulatoria delle cellule T regolatorie, con conseguente aumento della produzione di IL-17 e di altre citochine pro-infiammatorie, con proliferazione di sottoinsiemi di cellule T pro-infiammatorie. Questo processo porta all’infiammazione nell’entesi e nell’ileo dei pazienti con malattia attiva. La differenziazione di Th17 è facilitata da TGF-β e IL-6, mentre IL-23 è determinante per stabilizzare e mantenere l’attivazione e la secrezione di TH17 delle citochine pro-infiammatorie.
È interessante notare che KD altera il microbioma intestinale, con corpi chetonici che inibiscono direttamente la crescita dei batteri intestinali. I dati ottenuti da modelli murini suggeriscono che, riducendo i livelli di colonizzazione dei batteri intestinali, KD può mediare la mancanza di induzione intestinale di Th17. Inoltre, il BHB ha dimostrato di influenzare l’immunomodulazione microbica-mediata oltre alla sua capacità di inibire l’inflammasoma NLRP3 con conseguenti effetti antinfiammatori).
Significato clinico
La letteratura sugli effetti della KD sull’attività della malattia e sugli esiti riportati dai pazienti nell’artrite infiammatoria è estremamente limitata. Le prove derivate da studi sul digiuno suggeriscono un lieve effetto benefico. Poiché il digiuno e la KD inducono uno stato metabolico simile, si potrebbe presumere una potenziale efficacia della KD, ma i dati disponibili non consentono di trarre conclusioni.
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