Low carb è meglio!
Gli interventi sullo stile di vita che prevedono sia la dieta che l’esercizio fisico rimangono terapie fondamentali per il trattamento della malattia metabolica.
La restrizione dei carboidrati e l’esercizio fisico hanno dimostrato in modo indipendente il miglioramento della salute cardiovascolare e metabolica. La restrizione dei carboidrati riduce l’iperglicemia postprandiale, limitando così le potenziali deleterie conseguenze metaboliche e cardiovascolari di eccessive escursioni glicemiche.
Giù i carboidrati!
Prove scientifiche sempre più robuste identificano la restrizione dei carboidrati come strategia di trattamento dietetico primario per le persone con diabete di tipo 2 (T2D). Più recentemente, le diete a basso contenuto di carboidrati sono riconosciute nelle linee guida terapeutiche per la nutrizione medicale dal’American Dieabetes Asssociation sebbene le linee guida dietetiche ufficiali per gli individui con T2D non sostengano ancora un approccio a basso contenuto di carboidrati.
Rispetto agli interventi dietetici restrittivi calorici standard a basso contenuto di grassi, le diete a risparmio energetico che limitano i carboidrati a meno di 30 g / die hanno dimostrato una maggiore riduzione dell’HbA1c e della massa grassa, oltre a miglioramenti superiori del profilo lipidico. In genere, le diete a basso contenuto di carboidrati non sono esplicitamente prescritte per essere ipocaloriche, ma a causa degli effetti sazianti di proteine e grassi, l’assunzione di energia è spesso inferiore. Così le diete a basso contenuto di carboidrati riducono l’assunzione di energia rispetto al fabbisogno energetico. Inoltre, i benefici delle diete a basso contenuto di carboidrati possono verificarsi senza perdita di peso.
Sebbene non siano stabilite le linee guida ottimali per la restrizione dei carboidrati, una dieta restrittiva di carboidrati generalmente costituisce <30% dell’apporto calorico da fonti di cibo con carboidrati (approssimativamente <130 g / giorno). D’altra parte le diete a basso contenuto di carboidrati, spesso indicate come diete chetogeniche, comportano riduzioni più estreme dei carboidrati inferiori a ~ 30 g / die per consentire la chetosi nutrizionale. La quantità ottimale di carboidrati nella dieta (grado di restrizione dei carboidrati) dipende probabilmente dallo stato di insulino-resistenza dell’individuo. Ad esempio, Cornier et al. hanno riportato una maggiore perdita di peso in individui insulino-sensibili a seguito di una dieta ipocalorica a basso contenuto di carboidrati, mentre è vero anche che gli individui insulino-resistenti con una dieta ipocalorica a basso contenuto di carboidrati migliorano la sensibilità all’insulina e perdono peso. Le implicazioni di questo studio sono degne di nota, dato che oltre il 35% degli adulti sono resistenti all’insulina.
La dieta nel lungo termine
Negli interventi a lungo termine, una dieta a ridotto contenuto di carboidrati appare molto efficace nel promuovere la perdita di peso nei pazienti con T2D. Questa strategia dietetica ha anche dimostrato di ridurre l’adiposità viscerale e il fabbisogno di farmaci negli adulti con T2D. Tali riduzioni di adiposità centrale, insulino-resistenza e iperglicemia sono fondamentali per prevenire lo sviluppo di CVD.
È importante notare che è stato dimostrato che le diete restrittive di carboidrati migliorano il controllo glicemico anche in assenza di perdita di peso così come migliora la composizione corporea e i lipidi nel sangue.
I benefici dell’esercizio per migliorare la sensibilità all’insulina sono ben noti. A questo proposito, l’esercizio ha dimostrato di migliorare rapidamente il controllo del glucosio, la funzione endoteliale e l’idoneità cardiorespiratoria.
In una revisione canadese si riportano le prove disponibili per ogni strategia ipotizzando che la combinazione restrizione dei carboidrati/esercizio massimizzerà sinergicamente i benefici di entrambi gli approcci.
La soluzione Dietosystem
Dietosystem®, divisione nutrizionale di DS Medica, La informa che è in linea il nuovo aggiornamento della piattaforma web DIETA COMBINATA® con due importanti novità:
1. Il protocollo passa da 3 a 5 fasi
Il nostro progetto di dieta chetogenica si evolve alla luce della valutazione clinica effettuata su 500 pazienti trattati con la dieta chetogenica.
Il protocollo passa da 3 a 5 fasi, aggiungendo due fasi di transizione finalizzate al progressivo consolidamento del calo ponderale e al miglior mantenimento della massa magra. Il protocollo DIETA COMBINATA®, dopo la fase d’attacco, prevede una più controllata reintroduzione dei carboidrati; questo consentirà, per leggeri problemi di sovrappeso, di procedere come di consueto nel trattamento in tre fasi mentre, per sovrappeso importante e obesità, di gestire in un più ampio lasso di tempo il raggiungimento dell’obiettivo ponderale.
2. La nuova linea di alimenti PROTEOFOOD
Da oggi il sistema dietetico si arricchisce di una nuova linea di prodotti VLC (Very Low Carb), come sempre di esclusiva prescrizione del Nutrizionista. La linea di alimenti PROTEOFOOD unitamente alla linea di integratori alimentari e alla personalizzazione dietetica, garantisce, sin dalle fasi più restrittive del protocollo DIETA COMBINATA®, un riequilibrio metabolico nutrizionale con una maggiore compliance del paziente.
Grazie alla formulazione nutrizionale ad elevato contenuto proteico e bassissimo apporto glucidico, la linea PROTEOFOOD offre una gamma di alimenti dolci e salati, da integrare nel protocollo DIETA COMBINATA®, garantendo il corretto equilibrio nutrizionale nell’ambito della dieta chetogenica.
L’utilizzo degli alimenti PROTEOFOOD è discrezionale per il Nutrizionista ma soddisfa una necessità del paziente che richiede il consumo di alimenti dolci e salati ai pasti principali o nella prima colazione. Gli alimenti della linea PROTEOFOOD garantiscono nelle diverse fasi del dimagrimento una completa riabilitazione del metabolismo al corretto utilizzo dei carboidrati.
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