Dispendio energetico e velocità di perdita ponderale
Il dispendio energetico totale (Total Energy Expenditure o Total Daily Expenditure Energy) viene definito dalla somma di tre diverse componenti: metabolismo basale, termogenesi e attività fisica.
La sua valutazione nell’uomo è di notevole importanza in quanto dà la possibilità di stabilire le necessità “energetiche-nutrizionali”.
Negli obesi, ad esempio, possono verificarsi le seguenti condizioni, tra loro contrastanti:
- il dispendio energetico aumenta per l’incremento della massa magra che deve supportare nel tempo l’incremento di peso
- il dispendio energetico diminuisce se correlato a individui con elevate percentuali di massa grassa
- il dispendio energetico aumenta per consentire il “trasporto” di individui con peso superiore alla norma
- il dispendio per l’attività fisica giornaliera diminuisce se l’obeso ha uno stile di vita prettamente sedentario. In genere, la perdita di peso è associata ad una diminuzione del dispendio energetico totale e a riposo (EE).
Lo studio
Un gruppo di ricercatori inglesi ha studiato tre gruppi di pazienti uomini formati da 6 obesi ognuno, che hanno seguito 3 regimi dietetici diversi:
- Digiuno totale per 6 giorni fino ad ottenere una riduzione ponderale del 5%
- Dieta VLCD a basso contenuto calorico (600 Kcal/die)per 3 settimane, fino ad ottenere una riduzione ponderale del 10%
- Dieta LCD (1250 Kcal/die) per 6 settimane fino ad ottenere una riduzione ponderale del 10%.
Per misurare la composizione corporea si è usato un modello a 4 compartimenti.
Per misurare la spesa energetica a riposo (EE) si è usata la calorimetria indiretta.
La spesa energetica totale è stata valutata con acqua doppiamente marcata (nei bracci VLCD e LCD) e con calorimetria total body nelle 24 ore (nel braccio a digiuno).
Si è voluto indagare se la velocità di perdita ponderale portasse a diversi cambiamenti nell’EE totale e a riposo: VLCD e LCD hanno dimostrato un grado simile di adattamento metabolico per quanto riguarda EE totale (-6.2/6.8 %). Per EE a riposo, il gruppo LCD ha avuto un adattamento metabolico maggiore rispetto al VLCD, mentre il migliore si è dimostrato il gruppo a digiuno che in soli 6 giorni non ha attivato nessuna termogenesi adattativa.
Su un gruppo più ampio di casi, i ricercatori hanno dimostrato che il calo ponderale era inversamente associato ai cambiamenti della EE a riposo (n = 30, r = 0.-42, p = 0,01).
Il calo ponderale non sembra influenzare il declino totale di EE negli uomini obesi dopo perdita del 10% di peso.
Circa il 6% di questo declino della EE totale è stato spiegato da meccanismi di termogenesi adattativa.
La termogenesi è una componente del fabbisogno energetico giornaliero (vd LARN) stimata nel 15% della spesa energetica totale ed è influenzata dall’assunzione di cibo (SDA o DIT= diet induced termogenesis), dall’esposizione al freddo (termoregolazione corporea), dallo stress, da sostanze ed ormoni termogenici.
La qualità della dieta influenza la termogenesi: le proteine incrementano la produzione di calore del 15%, i glucidi del 6% ed i grassi del 2%; ciò vuol dire che l’alimento produce extra calorie nell’organismo al di sopra del valore calorico teorico dell’alimento stesso.
Talune proteine possono avere un costo DIT elevato per la difficoltà nella digestione e nei processi di semplificazione e di assorbimento, pari al 30% del valore calorico teorico.
L’ SDA (azione dinamico specifica) o DIT, rappresenta la somma dei costi energetici relativi ai processi di digestione, assorbimento e metabolismo dei nutrienti presenti in un alimento.
Significato clinico
L’azione dinamico-specifica di ciascun principio nutritivo è costante, ma nella dieta non può essere semplicemente prevista sommando il valore di ogni singolo nutriente. Combinazioni diverse di glucidi, proteine e lipidi danno infatti valori di SDA inferiori a quelli previsti dalla somma dei singoli.
- Il metabolismo energeticoIl metabolismo energetico è l’insieme di reazioni chimiche che consentono l’utilizzo dei nutrienti come fonte di energia per l’organismo.