La dieta e il testosterone


Il testosterone è l’ormone androgeno principale nell’uomo e svolge un ruolo essenziale nella regolazione della composizione corporea, della funzione riproduttiva, della salute ossea, della performance muscolare e dell’equilibrio metabolico.
Negli ultimi decenni, l’interesse scientifico si è progressivamente spostato verso il ruolo della nutrizione come modulatore endocrino, evidenziando come specifici nutrienti e modelli alimentari possano influenzare in modo significativo l’omeostasi del testosterone.
Numerosi studi clinici hanno osservato differenze nei livelli sierici di testosterone tra individui che seguono schemi dietetici differenti, suggerendo una relazione diretta tra qualità della dieta, assetto infiammatorio, metabolismo lipidico e funzione testicolare.
La revisione
Una recente revisione analizza criticamente quattro modelli alimentari prevalenti:
- dieta chetogenica
- dieta vegetariana
- dieta mediterranea
- dieta occidentale
con l’obiettivo di chiarirne i meccanismi fisiopatologici e fornire una base evidence-based per l’intervento nutrizionale mirato all’ottimizzazione del testosterone.
La sintesi del testosterone avviene principalmente nelle cellule di Leydig ed è strettamente dipendente da:
- disponibilità di colesterolo, precursore steroideo,
- integrità della funzione mitocondriale,
- equilibrio redox,
- assetto infiammatorio sistemico,
- regolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi.
Pertanto, macronutrienti, micronutrienti e bioattivi alimentari esercitano un’influenza diretta e indiretta sulla steroidogenesi.
Dieta chetogenica e testosterone
La dieta chetogenica, caratterizzata da bassissimo apporto di carboidrati e quota lipidica elevata, può influenzare positivamente la sintesi di testosterone attraverso:
- aumento della disponibilità di colesterolo, substrato essenziale per la steroidogenesi;
- riduzione dell’infiammazione sistemica, con diminuzione di TNF-α e IL-6;
- riduzione dell’iperinsulinemia, che può interferire con l’asse gonadico;
- azione dei corpi chetonici, che sopprimono:
- il rilascio del neuropeptide Y,
- la secrezione della grelina, modulando indirettamente la regolazione energetica e ormonale.
Nei soggetti maschi con:
- insulino-resistenza,
- obesità centrale,
- ipogonadismo funzionale,
la dieta chetogenica può rappresentare, se ben strutturata e monitorata, uno strumento temporaneo di supporto al ripristino androgenico, soprattutto attraverso la perdita di massa grassa e il miglioramento del profilo infiammatorio.
Dieta vegetariana e testosterone
Le diete vegetariane, in particolare quelle a basso contenuto lipidico, possono determinare:
- ridotta biodisponibilità del colesterolo;
- elevata quota di fibre, che aumenta l’escrezione degli steroidi;
- talvolta carente apporto di zinco, vitamina D e vitamina B12, cofattori essenziali per la funzione testicolare.
Questi fattori possono limitare la sintesi endogena del testosterone, soprattutto nei soggetti già predisposti a ipogonadismo.
Parallelamente, l’elevato contenuto di:
- polifenoli,
- vitamine antiossidanti (C, E),
- fitocomposti,
riduce lo stress ossidativo testicolare, che rappresenta una delle principali cause di compromissione della spermatogenesi e della funzione endocrina.
Nei soggetti vegetariani con bassi livelli androgenici, è fondamentale:
- valutare l’apporto lipidico qualitativo,
- integrare, se necessario, zinco, vitamina D e B12,
- assicurare una sufficiente quota di grassi monoinsaturi e omega-3.
Dieta mediterranea e testosterone
La dieta mediterranea emerge come il modello più equilibrato per il supporto fisiologico della funzione androgenica. Il suo effetto positivo è attribuibile alla sinergia di numerosi nutrienti bioattivi.
Principali meccanismi:
- Olio extravergine di oliva:
- ricco in polifenoli, migliora la capacità antiossidante testicolare;
- stimola il pathway SREBP2, favorendo la regolazione del metabolismo del colesterolo;
- l’oleocantale inibisce COX-1 e COX-2, riducendo l’infiammazione cronica.
- Resveratrolo (vino rosso, uva):
- riduce la produzione di ossido nitrico (NO),
- abbassa i livelli di ROS,
- migliora il profilo lipidico con riduzione del colesterolo LDL.
- Adeguato apporto di grassi monoinsaturi e omega-3, essenziali per la costruzione delle membrane cellulari testicolari.
- Elevata densità micronutrizionale (zinco, selenio, magnesio, vitamina D).
La dieta mediterranea rappresenta il gold standard nutrizionale per il mantenimento fisiologico del testosterone in:
- soggetti sani,
- pazienti con sindrome metabolica,
- uomini in età avanzata.
Dieta occidentale e declino del testosterone
La dieta occidentale, caratterizzata da:
- elevato apporto di grassi saturi e trans,
- eccesso di zuccheri semplici,
- alimenti ultraprocessati,
è fortemente associata al declino androgenico mediato dall’obesità e dall’infiammazione cronica di basso grado.
Meccanismi patogeni principali:
- sovrapproduzione di epcidina, che altera l’omeostasi del ferro e la funzione testicolare;
- aumento del tessuto adiposo viscerale, con incremento di:
- TNF-α,
- IL-6,
- leptina,
- NEFA (acidi grassi non esterificati);
- sovraccarico di colesterolo che induce stress del reticolo endoplasmatico nelle cellule testicolari;
- aumento dell’aromatizzazione periferica del testosterone in estradiolo nel tessuto adiposo.
Questo modello alimentare favorisce:
- ipogonadismo funzionale,
- infertilità maschile,
- sarcopenia,
- peggioramento del rischio cardiovascolare.
Implicazioni per la pratica nutrizionale
Per i soggetti con disregolazione androgenica, la nutrizione deve essere considerata una vera e propria terapia adiuvante. In ambito clinico è fondamentale:
- Valutare lo schema alimentare nel suo insieme, non solo i singoli nutrienti.
- Correggere l’eccesso di grasso viscerale, principale antagonista fisiologico del testosterone.
- Garantire un adeguato apporto di lipidi qualitativi, soprattutto monoinsaturi e omega-3.
- Assicurare la copertura dei micronutrienti chiave:
- zinco,
- vitamina D,
- magnesio,
- selenio.
- Limitare fortemente:
- zuccheri semplici,
- grassi trans,
- alimenti ultraprocessati.
Significato clinico
Le evidenze cliniche indicano che il testosterone è altamente sensibile al modello alimentare. In sintesi:
- la dieta mediterranea rappresenta il profilo nutrizionale più favorevole per il mantenimento dell’equilibrio androgenico;
- la dieta chetogenica, se correttamente gestita, può migliorare il testosterone in specifici contesti clinici;
- le diete vegetariane, pur offrendo protezione antiossidante, richiedono una pianificazione mirata per evitare carenze steroido-geniche;
- la dieta occidentale è un potente fattore di rischio per l’ipogonadismo funzionale.
Per il nutrizionista, questi dati confermano che l’intervento dietetico non è solo uno strumento metabolico, ma anche endocrino, capace di modulare in modo significativo la funzione ormonale maschile.

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Biochimica e fisiologia della nutrizioneLa biochimica e la fisiologia studiano le reazioni chimiche e il funzionamento degli organismi viventi.

