Disfagia

Il termine disfagia comprende qualsiasi disagio nel deglutire e qualsiasi disfunzione di una o più fasi della deglutizione.
disfagia

Il termine disfagia comprende qualsiasi disagio nel deglutire e qualsiasi disfunzione di una o più fasi della deglutizione, che comporta il blocco o l’errata direzione del bolo alimentare lungo il primo tratto dell’apparato digerente compreso tra la bocca e lo stomaco.

Si distinguono due tipologie differenti di disfagia:

  • la disfagia “alta” si manifesta quando il danno è localizzato nel tratto oro-faringeo della deglutizione,
  • mentre la disfagia “bassa” coinvolge l’esofago.

Nel primo caso si osserva un’incoordinazione dei meccanismi della deglutizione, nel secondo caso prevale l’ostruzione meccanica dell’esofago.

Prevalenza

La prevalenza di disfagia nella popolazione generale è attorno al 5%, percentuale che si alza notevolmente, fino al 50%, se si analizzano esclusivamente le strutture residenziali per anziani. È pertanto prevedibile che l’aumento dell’aspettativa di vita e degli stati di disabilità cronica determini in futuro un notevole incremento dell’incidenza di questo sintomo, con ripercussioni sull’organizzazione e sui costi del sistema sanitario nazionale. La disfagia rappresenta un vero e proprio handicap personale e sociale che comporta un peggioramento della qualità di vita come espressione di una riduzione dell’autostima e della capacità di lavoro e di svago. Nel paziente con disfagia predominano l’ansia durante i pasti, l’insicurezza dovuta alla paura di soffocare e il desiderio di mangiare in solitudine. Oltre a rappresentare un problema debilitante e costoso per i pazienti e i propri familiari, la disfagia è inoltre responsabile di ripetuti accessi ospedalieri a fronte delle complicanze respiratorie, nutrizionali e immunitarie che ulteriormente aggravano le condizioni cliniche e la prognosi della malattia di base.

Sintomi

I sintomi associati alla disfagia si possono manifestare durante una qualsiasi delle fasi della deglutizione, causando dolore o difficoltà nell’ingerire i cibi. I principali problemi si riscontrano a livello della gola, del torace e del collo, con il soggetto che può percepire un senso di oppressione, pesantezza fino al soffocamento, sensazioni che si traducono frequentemente in rigurgito o vomito.

Segni

Per identificare un paziente disfagico esistono diversi sintomi “spia”, tra cui si identificano:

  • la necessità di schiarirsi la gola di frequente,
  • colpi di tosse e/o voce gorgogliante dopo la deglutizione,
  • presenza di frammenti alimentari nell’espettorato,
  • febbre diurna associata a brividi.

Diagnosi

La disfagia, isolata o associata ad altri disturbi, rientra nelle competenze di specialisti medici (chirurghi, gastroenterologi, neurologi, geriatri, dietologi, oncologi, otorinolaringoiatri, odontostomatologi) e personale sanitario esperto (logopedisti, infermieri, dietisti, fisiokinesiterapisti).

Si distinguono quattro gradi di disfagia:

  1. Assente, ovvero una condizione nella quale il soggetto presenta una corretta deglutizione.
  2. Lieve, che si manifesta con una leggera difficoltà nel deglutire e voce gorgogliante in seguito alla deglutizione stessa.
  3. Media-moderata, in cui il paziente ha difficoltà a deglutire anche piccole quantità di cibo, manifesta tosse o sintomi più gravi durante i pasti.
  4. Grave, che si manifesta con un’impossibilità nel deglutire.

L’ultimo tipo di disfagia – Grave – richiede l’utilizzo di un sondino gastrico per l’assunzione di cibo.

Alimentazione

La scelta degli alimenti nel paziente disfagico deve essere guidata essenzialmente da due criteri:

  • la sicurezza deglutitoria,
  • il calcolo del fabbisogno alimentare.

Queste valutazioni rientrano nelle competenze del medico e del dietologo, che insieme devono decidere la strategia nutrizionale più adatta al paziente.
Il consiglio dietetico è quello di prestare attenzione alla consistenza dei cibi. Si rende necessario assumere cibi liquidi o semi-liquidi. In alcuni casi è possibile integrare la dieta con cibi semi-solidi, ma in ogni caso gli alimenti devono essere morbidi, omogenei e compatti in modo tale da evitare che si frammentino in bocca causando problematiche a livello respiratorio.
Le raccomandazioni generali da applicare durante i pasti per il paziente disfagico sono:

  • mangiare in posizione seduta con il tronco eretto, abbassando il mento verso il torace durante la deglutizione,
  • masticare lentamente,
  • mantenere un’accurata igiene del cavo orale.
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