Quale dieta per il rene policistico?

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La malattia renale policistica autosomica dominante (ADPKD) è una condizione genetica che colpisce i reni, caratterizzata dalla formazione progressiva di cisti renali e dalla conseguente perdita di funzionalità renale nel corso del tempo. Recentemente, sono emersi alcuni interventi dietetici come potenziali strategie per rallentare la progressione di questa malattia e migliorare la salute metabolica dei pazienti.

Il Ruolo degli Interventi Dietetici

L’obiettivo principale di questi interventi è la riprogrammazione metabolica, che potrebbe aiutare a rallentare la progressione dell’ADPKD e a ridurre lo stress ossidativo. Alcuni dei principali interventi dietetici studiati includono:

  • Restrizione Calorica: Limitare l’apporto calorico giornaliero potrebbe essere benefico per i pazienti in sovrappeso o obesi, favorendo la perdita di peso e migliorando i parametri metabolici.
  • Digiuno Intermittente: Questa pratica, che prevede cicli di digiuno e alimentazione, potrebbe offrire vantaggi metabolici, sebbene siano necessarie ulteriori prove cliniche per confermarne l’efficacia nell’ADPKD.
  • Dieta Chetogenica: Caratterizzata da un alto consumo di grassi e una bassa assunzione di carboidrati, la dieta chetogenica ha mostrato promesse nel migliorare la salute metabolica e potrebbe avere effetti positivi sull’ADPKD.

Prove ed Efficacia

Sebbene gli studi preclinici abbiano dimostrato risultati promettenti, le prove cliniche sull’efficacia degli interventi dietetici nell’ADPKD sono ancora limitate. È fondamentale condurre ulteriori ricerche per comprendere appieno gli effetti a lungo termine e la sicurezza di queste strategie.

Al momento, si consiglia ai pazienti di seguire un regime dietetico che mira a mantenere un peso corporeo ideale e comprende un’elevata assunzione di liquidi, un basso contenuto di sodio e una limitata quantità di zuccheri concentrati. L’adesione a linee guida dietetiche personalizzate può contribuire alla gestione ottimale dell’ADPKD.

Alcuni integratori, come la curcumina o la vitamina E, hanno dimostrato un beneficio clinico incerto nell’ADPKD. Tuttavia, la sicurezza ed efficacia di questi integratori richiedono ulteriori valutazioni attraverso studi clinici ben progettati. Al momento, non è raccomandato l’uso di integratori come il β-idrossibutirrato per i pazienti affetti da ADPKD.

Significato clinico

Gli interventi dietetici offrono un nuovo approccio nella gestione dell’ADPKD, con potenziali benefici per la salute metabolica dei pazienti. Tuttavia, è necessario condurre ricerche cliniche approfondite per stabilirne l’efficacia e valutare gli effetti a lungo termine. L’adesione a linee guida dietetiche personalizzate rimane cruciale per una gestione ottimale della malattia. La ricerca futura dovrebbe concentrarsi su studi clinici ben progettati per determinare i benefici e la sicurezza degli interventi dietetici nell’ADPKD.

 

Bibliografia : Fouad T Chebib, Kristen L. Nowak, Michel B Chonchol et al

mar 28 maggio 2024
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