Psoriasi, una cura integrata oltre la pelle


La psoriasi è molto più di una malattia cutanea. Oggi sappiamo che si tratta di una patologia infiammatoria cronica sistemica, con implicazioni che vanno ben oltre l’aspetto dermatologico: disturbi metabolici, stress psicologico, alterazioni del sonno e riduzione della qualità della vita sono parte integrante del quadro clinico.
Questa complessità rende evidente la necessità di un approccio di cura che non si limiti al trattamento farmacologico, ma che integri interventi su più fronti – nutrizionale, fisico, psicologico e comportamentale.
Una recente revisione narrativa ha analizzato in modo sistematico le evidenze scientifiche più aggiornate sul ruolo dello stile di vita nella gestione della psoriasi, sottolineando l’efficacia di un modello multidisciplinare di cura.
Perché serve un approccio multidisciplinare
La psoriasi coinvolge un network infiammatorio complesso, influenzato da fattori genetici, immunologici e ambientali. Non sorprende, quindi, che i pazienti presentino un rischio aumentato di comorbilità come:
- obesità e sindrome metabolica,
- diabete di tipo 2,
- dislipidemia,
- ipertensione,
- depressione e disturbi d’ansia.
Queste condizioni non solo peggiorano la qualità della vita, ma possono aggravare la stessa psoriasi, creando un circolo vizioso infiammatorio.
Affrontare il problema in modo integrato significa rompere questo circolo, agendo su più livelli contemporaneamente.
Dieta e peso corporeo
Numerose evidenze indicano che modifiche dietetiche mirate possono modulare la risposta infiammatoria e migliorare la gravità della psoriasi.
Tra i modelli più studiati figurano:
- la dieta mediterranea, ricca di antiossidanti, acidi grassi omega-3 e fibre;
- i regimi ipocalorici nei soggetti in sovrappeso o obesi;
- le diete povere di zuccheri raffinati e grassi saturi.
La perdita di peso, anche modesta, si associa a una riduzione significativa della severità clinica e a una migliore risposta ai farmaci.
Diventa quindi cruciale il ruolo di un professionista in nutrizione per costruire un piano alimentare personalizzato e sostenibile.
Esercizio fisico
L’attività fisica regolare non solo favorisce il controllo del peso, ma esercita effetti diretti sul sistema immunitario e infiammatorio.
Studi recenti mostrano che l’esercizio aerobico e la resistenza moderata possono ridurre i livelli di proteina C-reattiva (CRP) e citochine pro-infiammatorie, migliorando al contempo l’umore e la qualità del sonno.
Programmi personalizzati di attività fisica, supervisionati da fisioterapisti o medici dello sport, possono rappresentare un complemento terapeutico di grande efficacia.
Il benessere psicologico
Depressione, ansia e disturbi dell’immagine corporea sono frequenti nei pazienti con psoriasi e spesso sottodiagnosticati.
Il supporto psicologico o psicoterapico, soprattutto con approcci basati sulla mindfulness o sulla terapia cognitivo-comportamentale (CBT), si è dimostrato utile per ridurre lo stress, migliorare l’aderenza terapeutica e favorire un maggiore controllo dei sintomi.
L’integrazione dello psicologo clinico nel percorso di cura permette di affrontare la malattia in modo più umano e completo, restituendo al paziente un ruolo attivo nel proprio benessere.
Sonno e infiammazione
I disturbi del sonno – insonnia, risvegli frequenti o scarsa qualità del riposo – sono molto comuni nei pazienti psoriasici.
Essi contribuiscono a incrementare i livelli infiammatori sistemici, aggravando i sintomi cutanei e peggiorando l’umore.
Interventi mirati, come l’igiene del sonno, la terapia comportamentale per l’insonnia (CBT-I) o l’uso controllato della fototerapia, possono migliorare sia la qualità del sonno che la risposta clinica alla terapia dermatologica.
Significato clinico
La revisione sottolinea come la gestione della psoriasi debba passare da un modello centrato esclusivamente sul dermatologo a un percorso multidisciplinare coordinato, in cui collaborano:
- dermatologo (per la gestione clinica e farmacologica),
- dietista/nutrizionista (per la modulazione alimentare),
- psicologo o psichiatra (per il supporto emotivo e comportamentale),
- fisioterapista o medico dello sport (per l’attività fisica adattata).
Questo tipo di approccio permette di personalizzare la cura, migliorare la qualità di vita e ridurre il rischio di ricadute e comorbilità a lungo termine.
La psoriasi deve essere considerata una condizione sistemica multifattoriale, che richiede una gestione olistica e coordinata.
L’integrazione di alimentazione, movimento, benessere psicologico e sonno rappresenta una strategia terapeutica moderna e scientificamente fondata, in grado di potenziare gli effetti dei trattamenti farmacologici e di restituire ai pazienti un controllo più completo sulla propria salute.
Il futuro della cura della psoriasi, quindi, non è solo nella farmacologia di precisione, ma anche nella medicina dello stile di vita integrata e nella collaborazione interdisciplinare.

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Cosa accende la psoriasi?
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