Pnei e nutrizione
Gli studenti del Center for Microbiome Informatics and Therapeutics (CMIT) e del programma Health Sciences and Technology, hanno cercato di scoprire come stabilizzare il microbioma intestinale e separare gli effetti della dieta e delle malattie, permettendo così un’indagine più approfondita sul legame tra l’intestino e la salute umana.
Lo studio è stato recentemente pubblicato su Scientific Reports
Numerosi studi dimostrano l’associazione tra le composizioni di microbiomi intestinali e la dieta, ma le precise relazioni tra i singoli nutrienti e il loro effetto sulla composizione sono difficili da individuare. Lo scopo dello studio è stato quindi raggiungere un livello più alto di risoluzione rispetto agli studi del passato.
L’utilizzo di pasti frullati è comune agli ospedali di tutto il paese. Vengono spesso somministrati pasti frullati come integratore alimentare e, occasionalmente, come fonte esclusiva di nutrizione, per i pazienti che vanno dagli anziani a quelli trattati per i disturbi alimentari. I ricercatori hanno quindi scelto di utilizzare, come dieta “fissa” questi pasti liquidi disponibili in commercio.
Nello studio, i partecipanti adulti sani hanno solo bevuto per sei giorni. I partecipanti non potevano avere altro cibo o bevanda oltre all’acqua. Dopo il terzo giorno, ai soggetti è stata somministrata una grande quantità di uno dei campioni di nutrienti, denominati spike-in, per vedere quali effetti questo singolo nutriente (come la pectina delle fibre) aveva sul microbioma e se la sua influenza era riproducibile attraverso i soggetti.
Con sorpresa dei ricercatori, la variabilità giornaliera del microbioma intestinale non è diminuita, concludendo che la dieta standardizzata non ha l’effetto di creare uno sfondo costante nell’intestino. Ciò che è stato rilevato nel corso dello studio è stato un alto grado di stress indotto dalla dieta nel microbiota dei singoli partecipanti, che i ricercatori ritengono potrebbe essere attribuito alla grande quantità di zucchero trasformato presente nel prodotto.
Il team è stato ugualmente sorpreso di scoprire che gli effetti della maggior parte dei nutrienti, escludendo le fibre di inulina e pectina, nonostante fossero somministrati in dosi elevate, hanno prodotto scarso effetto sulla composizione del microbioma e nessun impatto riproducibile tra i soggetti.
Secondo la metodologia Pneisystem infatti, i principali driver della composizione del microbioma sono le fibre alimentari. Una dieta standardizzata non è un modo efficace per ripulire un segnale in uno studio che misura le associazioni tra la composizione del microbioma e la malattia, né riduce la variabilità giornaliera. Ed inoltre trova conferma il modello Pnei, secondo cui individui diversi hanno risposte diverse allo stesso nutriente specifico, probabilmente a causa dei diversi ceppi che ospitano, offrendo un’opportunità per la medicina di precisione.
- Disordini gastrointestinaliI disordini gastrointestinali riguardano l’apparato digerente e sono strettamente correlati agli aspetti quali e quantitativi dell’alimentazione.