Cardiopatia, infiammazione e microbiota


Le malattie cardiometaboliche (CM), come diabete e patologie cardiovascolari, sono sempre più diffuse e strettamente legate all’infiammazione cronica di basso grado. Negli ultimi anni, la ricerca ha evidenziato il ruolo centrale del microbiota intestinale nel modulare questa infiammazione e nel determinare il rischio di sviluppare tali condizioni. Un microbiota alterato e una ridotta integrità intestinale possono contribuire all’aumento dell’endotossiemia metabolica, un fattore di rischio per l’infiammazione sistemica e le malattie cardiometaboliche.
Il progetto SINFONI ha studiato l’effetto di un approccio dietetico multifunzionale (MF) sulla salute intestinale, analizzando l’impatto di specifici composti bioattivi sul microbiota e sull’infiammazione nei soggetti a rischio cardiometabolico.
Lo studio
Lo studio ha coinvolto 30 soggetti a rischio cardiometabolico in un esperimento randomizzato crossover-controllato. I partecipanti hanno seguito per due mesi due tipi di regimi alimentari alternati:
- Dieta multifunzionale (MF): consumo di prodotti a base di cereali arricchiti con polifenoli, fibre, amido lentamente digeribile e acidi grassi omega-3.
- Dieta di controllo: consumo di prodotti a base di cereali privi di composti bioattivi.
Durante lo studio, i ricercatori hanno misurato diversi parametri legati all’infiammazione intestinale, all’endotossiemia metabolica e alla composizione del microbiota, sia a digiuno che dopo un pasto misto.
Rispetto alla dieta di controllo, il regime multifunzionale ha prodotto effetti positivi significativi:
- Riduzione dell’infiammazione intestinale: i livelli di calprotectina fecale, un marker dell’infiammazione intestinale, sono diminuiti significativamente (p = 0,007).
- Diminuzione dell’endotossiemia metabolica: la concentrazione di lipopolisaccaridi (LPS) nel sangue, indicatori di permeabilità intestinale alterata, si è ridotta (p < 0,05).
- Miglioramento del microbiota intestinale: aumento di batteri benefici come Bacteroides ovatus, Bacteroides uniformis e Anaerostipes butyriciproducens, associati alla produzione di acidi grassi a catena corta, noti per i loro effetti antinfiammatori.
- Effetto sul metabolismo: riduzione degli aminoacidi a catena ramificata nel sangue, che sono legati alla resistenza all’insulina e al rischio cardiometabolico.
Non sono stati osservati cambiamenti significativi nei principali marcatori di rischio cardiovascolare o nell’infiammazione sistemica.
Significato clinico
I risultati di questo studio suggeriscono che un intervento dietetico multifunzionale, combinando fibre, polifenoli e acidi grassi omega-3, può migliorare la salute intestinale e modulare il microbiota, contribuendo a ridurre l’infiammazione di basso grado.
Sebbene non siano stati rilevati effetti immediati sui parametri cardiometabolici, migliorare il microbiota intestinale e ridurre l’infiammazione potrebbe avere benefici a lungo termine nella prevenzione delle malattie cardiometaboliche.
Questa strategia multi-target rappresenta quindi un approccio innovativo e naturale per la gestione del rischio cardiometabolico, ponendo le basi per futuri studi su interventi nutrizionali personalizzati.



- Disordini cardiovascolariI disordini cardiovascolari interessano cuore e vasi sanguigni; sono la principale causa di morte ma alcuni fattori di rischio sono prevenibili.Il Food IntakeIl food intake è l’analisi dei consumi alimentari in termini di calorie e nutrienti, così da impostare un piano dietetico personalizzato.