Autismo, microbiota e dieta

Il disturbo dello spettro autistico (ASD) è spesso associato a diversi disturbi intestinali e/o metabolici, nonché a manifestazioni neurologiche come l’epilessia (ASD-E). Coloro che presentano queste condizioni neuropatologiche condividono aspetti comuni in termini di composizione del microbiota intestinale. L’uso di strategie di intervento sul microbiota può essere un approccio da considerare nella gestione di questi casi.

Il caso clinico

Si tratta di una ragazza di 17 anni affetta da ASD, crescita ridotta, ritardo dello sviluppo neurologico, mutazioni nei geni PGM1 e EEF1A2 (in assenza di malattia clinicamente manifesta) e disturbi intestinali come dolori addominali e diarrea associati con la perdita di peso.

Poiché ha dimostrato una scarsa reattività alle terapie fornite, i clinici hanno tentato due modelli dietetici specifici: una dieta chetogenica, seguita da una dieta a bassi FODMAP (oligosaccaridi a bassa fermentazione, disaccaridi, monosaccaridi e polioli), con l’obiettivo di migliorare i suoi sintomi neurologici, metabolici e intestinali attraverso la modulazione della composizione del microbiota intestinale.

La dieta chetogenica (KD) ha portato ad una riduzione di Firmicutes, Bacteroidetes e Proteobacteria. Sebbene i suoi sintomi intestinali siano migliorati, la KD è stata scarsamente tollerata.

Il passaggio ad una dieta a basso contenuto di FODMAPs ha invece prodotto un significativo miglioramento di tutti i sintomi neurologici, intestinali e metabolici ed è stata ben tollerata. L’analisi del microbiota intestinale ha mostrato riduzioni di Actinobacteria, Firmicutes, Lactobacilli e Bifidobacteria.

La biodiversità alfa è costantemente aumentata e il rapporto Firmicutes / Bacteroidetes è diminuito, riducendo l’entità della disbiosi fermentativa.

Significato clinico

Il microbiota intestinale potrebbe essere un obiettivo terapeutico per migliorare i sintomi correlati all’ASD.