Chetogenica e autismo
Il 2 aprile è stata la Giornata Mondiale della Consapevolezza dell’Autismo (WAAD, World Autism Awareness Day) istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale dell’ONU. La ricorrenza richiama l’attenzione di tutti sui diritti delle persone nello spettro autistico.
I disturbi dello spettro autistico (Autism Spectrum Disorders, ASD) sono un insieme eterogeneo di disturbi del neurosviluppo caratterizzati da una compromissione qualitativa nelle aree dell’interazione sociale e della comunicazione, e da modelli ripetitivi e stereotipati di comportamento, interessi e attività.
In Italia si stima che 1 bambino su 77, nella fascia di età 7-9 anni, presenti un disturbo dello spettro autistico.
ASD e dieta
Diversi studi hanno cercato di mostrare una possibile relazione tra abitudini alimentari e autismo, partendo dal fatto che i problemi gastrointestinali sono la comorbidità medica più frequente dell’ASD. Ad oggi, gli interventi dietetici sono basati principalmente su una “dieta di eliminazione”, come le diete prive di glutine e caseina, ma il loro livello di evidenza è limitato.
I report esistenti suggeriscono un effetto benefico delle terapie dietetiche chetogeniche nel migliorare i sintomi comportamentali nell’ASD.
La revisione
Negli ultimi anni, è stato osservato un aumento dell’uso delle terapie dietetiche chetogeniche (KD) in un’ampia gamma di malattie neurologiche e neuropsichiatriche, incluso l’ASD.
Nonostante diverse ipotesi, non è ancora del tutto chiaro come KD e i suoi metaboliti possano esercitare effetti terapeutici antiepilettici e neuroprotettivi, traducendosi così in miglioramenti clinici.
Una revisione ha identificato e mappato le prove disponibili in letteratura sulla fattibilità e la potenziale efficacia delle KD nei pazienti pediatrici con ASD.
Inoltre, sulla base dei dati risultanti, i ricercatori hanno cercato di fornire un protocollo condiviso per sviluppare un intervento chetogenico personalizzato nei pazienti con ASD.
I risultati in base a 7 studi selezionati hanno supportato l’efficacia delle KD nel promuovere miglioramenti comportamentali.
La percentuale di bambini che hanno tollerato e aderito al trattamento dietetico è apparsa abbastanza soddisfacente. Tuttavia, vale la pena notare che un tasso di ritenzione così favorevole si basa su una durata dello studio e un tempo di osservazione sostanzialmente limitati.
In quattro studi su sette, si sono osservati notevoli miglioramenti emotivi e comportamentali, come un comportamento meno iperattivo e aggressivo, stereotipi ridotti, migliori capacità sociali e comunicative e contatto visivo.
Protocollo condiviso
Prima di prescrivere modifiche dietetiche, è fondamentale che le famiglie comprendano chiaramente le implicazioni di questa scelta, in modo da attuare il piano nutrizionale in modo scrupoloso e intelligente.
In questo contesto, un approccio multidisciplinare che includa la collaborazione di neurologi pediatrici, nutrizionisti, dietisti, pediatri e associazioni di pazienti è di grande valore per fornire un’adeguata consapevolezza e supporto sociale alle famiglie.
Un attento monitoraggio dei parametri dietetici e clinici è essenziale per supportare la compliance, indagare sui possibili effetti collaterali e affrontarli tempestivamente.
I pazienti potrebbero presentare significative difficoltà di alimentazione in termini di assunzione dietetica e comportamenti alimentari (ad esempio, assunzione selettiva, rifiuto del cibo, avversione al cibo e alimentazione atipica), portando a una scarsa tolleranza nei cambiamenti dietetici di routine. Quindi importante è identificare quale dieta sarà la più accettabile per i bambini e la più facile da svolgere a casa, raggiungendo contemporaneamente livelli di chetosi soddisfacenti. I ricercatori ritengono che una possibile strategia per implementare il trattamento dietetico potrebbe essere quella di iniziare con una KD, con possibili modifiche verso versioni più liberali in caso di effetti collaterali, scarsa appetibilità e difficoltà di accettazione.
Sulla base delle raccomandazioni sulla gestione ottimale della KD, per una valutazione della tollerabilità e soprattutto dell’efficacia, gli autori suggeriscono di continuarla per almeno 6 mesi.
Da un punto di vista nutrizionale, la valutazione e la consulenza pre-dieta, così come l’integrazione alimentare e le valutazioni di monitoraggio, dovrebbero essere pianificate secondo le raccomandazioni dell’International Ketogenic Diet Study Group.
In base alla pratica clinica, si suggerisce una valutazione di laboratorio al basale e dopo uno, tre e sei mesi dall’inizio della KD.
Nei pazienti che prolungano i KDT oltre il sesto mese, le valutazioni di laboratorio devono essere eseguite almeno due volte l’anno in seguito.
La valutazione dei sintomi principali dell’autismo dovrebbe essere eseguita attraverso strumenti standardizzati e questionari di autovalutazione dei caregiver, quali il CARS-2 e VAPS II.
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