Alimentazione sana e sostenibile

“Diete sane derivanti da sistemi agroalimentari sostenibili sono modelli alimentari a basso impatto ambientale che contribuiscono alla sicurezza alimentare e nutrizionale e ad una vita sana per le generazioni presenti e future. Sono protettive e rispettose della biodiversità e degli ecosistemi, culturalmente accettabili, accessibili, economicamente eque e convenienti. Inoltre, sono nutrizionalmente adeguate, sicure e sane, in grado di ottimizzare contemporaneamente le risorse naturali e umane.” (Food and Agriculture Organization of the United Nations – FAO, 2010)
La FAO ed altre numerose istituzioni internazionali sono sensibili al tema della sostenibilità alimentare. D’altronde, le spinte verso un’alimentazione che sia contemporaneamente sana e sostenibile nascono dal fatto che i moderni sistemi alimentari (principalmente di carattere intensivo e legati alla grande distribuzione organizzata) compromettono la produzione di cibo presente e futura, oltre a non nutrire adeguatamente la popolazione.
Del resto, gli attuali sistemi alimentari sono la conseguenza diretta della rapida urbanizzazione, delle modifiche di stile di vita e della diffusione dell’automazione agricola e industriale. Tali fattori, nel complesso, si ripercuotono sulle modalità di produzione e approvvigionamento di cibo. Infatti, l’intento delle innovazioni dei processi alimentari è stato di aumentare l’accessibilità e la conservabilità dei cibi. Il risultato è stato la sempre più diffusa transizione da cibi minimamente processati ad altri ultra-lavorati (Ultra-Processed Foods, UPFs), che presentano un’alta densità energetica ma risultano poveri di nutrienti essenziali.
D’altro canto, ci sono sempre più evidenze che modelli dietetici a basso impatto ambientale possono essere benefici anche per la salute umana, sia nei Paesi in cui i maggiori problemi sono la sovralimentazione e le malattie non trasmissibili così dette “del benessere” (come diabete e patologie cardiovascolari) sia nei territori interessati da carenza di cibo e denutrizione.
Secondo la revisione scientifica di Mark Lawrence “Fundamentals of a healthy and sustainable diet” del 2024, ci sono tre principi alla base di un modello alimentare sano e sostenibile: varietà, equilibrio e moderazione.
Il principio della varietà risponde all’esigenza di scegliere quotidianamente differenti alimenti, attingendo ai diversi gruppi alimentari e diversificando all’interno dello stesso gruppo. Tra questi, i principali sono cibi amidacei quali cereali e tuberi, verdura, frutta, latte e derivati, fonti proteiche come carni, pesce, legumi e uova, oltre che oli e grassi. In aggiunta, la preferenza deve essere rivolta agli alimenti minimamente lavorati, come le versioni fresche e integrali. In questo modo, è possibile ottenere tutti i principi nutritivi necessari alle funzioni dell’organismo.
Dal punto di vista della sostenibilità, variare le scelte alimentari aiuta a proteggere la biodiversità dei sistemi alimentari promuovendo un’ampia gamma di colture e specie geneticamente diverse. A sua volta, la biodiversità favorisce la resilienza della produzione alimentare, rendendola più resistente a parassiti, malattie ed avversità.
Per equilibrio si intendono le relative proporzioni dietetiche dei differenti gruppi alimentari. In particolare, considerando il consumo scarso di alimenti di origine vegetale ed elevato di quelli ultra-lavorati nei Paesi industrializzati, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) una dieta sana deve includere:
- Frutta, verdura, legumi, frutta secca/semi oleosi e cereali integrali;
- Verdura non amidacea e frutta: ≥400 grammi/die, corrispondenti a circa cinque porzioni;
- Zuccheri semplici: <10% dell’introito calorico giornaliero;
- Grassi: <30% dell’introito calorico giornaliero, prediligendo i grassi insaturi rispetto ai grassi saturi e\o trans;
- Sale: <5 grammi\die, preferibilmente iodato.
Da una prospettiva di sostenibilità, un eccessivo consumo di fonti animali e, soprattutto, di UPFs ha effetti negativi in termini di emissioni di gas serra, uso di suolo e suo impoverimento, utilizzo di acqua, riduzione di biodiversità e risorse ambientali finite, inquinamento e aumento di rifiuti.
Moderazione, invece, significa consumare abbastanza alimenti da provvedere alle necessità nutrizionali individuali senza, però, eccedere. In questo modo, è possibile mantenere un peso corporeo sano e un minor rischio di incorrere in patologie cardiovascolari e metaboliche. Inoltre, permette di evitare un ulteriore spreco di risorse ambientali adoperate nei processi di produzione, lavorazione, distribuzione e preparazione casalinga legati al cibo consumato in eccesso.
Come riportato nel report del 2019 della commissione di EAT-Lancet intitolato “Healthy Diets From Sustainable Food Systems”, una dieta ricca di alimenti di origine vegetale con poche fonti animali apporta benefici sia alla salute umana sia all’ambiente.
A tal proposito, è importante sottolineare che una dieta a base vegetale da alimenti naturali ed una da cibi vegetali trasformati hanno entrambe minor impatto ambientale rispetto ai modelli alimentari a base animale, tuttavia, a livello di salute, anche i cibi vegetali ultra-lavorati presentano un maggior rischio di sviluppare patologie croniche rispetto a quelli naturali.
Per questo motivo, la scelta dell’alimento fresco, stagionale e locale è sempre da preferire e deve essere predominante all’interno della propria alimentazione.
Al fine di elaborare un piano alimentare vario, equilibrato, nutriente e di stagione può venire in supporto il software di Terapia Alimentare Dietosystem, che offre al professionista della nutrizione la possibilità di personalizzare il menu in funzione delle esigenze individuali e nel rispetto della sostenibilità.
Richiesta informazioni su Terapia Alimentare Dietosystem:
https://www.dsmedica.info/html/prodotti/impedenziometria.asp
Bibliografia:
FAO, Dietary guidelines and sustainability.
EAT-Lancet Commission, Healthy Diets From Sustainable Food Systems (2019)