Salute delle ossa

Consentono il movimento, forniscono supporto e stabilità e danno una struttura alle parti del corpo di cui fanno parte. Si tratta delle ossa che, insieme a cartilagini e articolazioni, costituiscono il sistema scheletrico.
Il tessuto osseo si contraddistingue per durezza e resistenza. È un tessuto di sostegno fortemente mineralizzato in cui i cristalli di sali di calcio e fosforo, nonché magnesio e altri elementi, conferiscono tali qualità alle ossa che risultano resistenti a eventuali insulti meccanici. In particolare, le cellule che lo compongono sono gli osteoblasti, responsabili della deposizione di nuovo tessuto osseo, gli osteoclasti, deputati all’erosione e riassorbimento dell’osso vecchio, e gli osteociti, regolatori dei due processi. La componente cellulare si colloca in una matrice extracellulare composta da fibre, soprattutto collagene, che mediano un’azione di elasticità e resistenza.
Cellule, minerali e matrice extracellulare si dispongono in modo tale da formare due tipi diversi di osso: l’osso corticale o compatto, che si dispone nella parte esterna, e l’osso trabecolare o spugnoso, che si colloca, invece, internamente. La componente spugnosa conferisce leggerezza alle ossa e, al contempo, dona robustezza e flessibilità.
Una qualsiasi alterazione delle componenti ossee dà luogo a una patologia dell’apparato muscoloscheletrico, sia nel caso di una eccessiva calcificazione sia in condizione di demineralizzazione ossea. Ad esempio, una maggiore fragilità ossea, tipica dell’osteoporosi, nasce proprio da cambiamenti a livello della porzione corticale, che diventa più sottile, e da una perdita della componente trabecolare, che rende le ossa porose e deboli.
L’osteoporosi è una malattia metabolica cronica delle ossa correlata a molteplici fattori, tra cui la menopausa e l’invecchiamento. Oltre che da fragilità ossea, è caratterizzata anche da ridotta massa ossea e conseguente suscettibilità alle fratture.
Nonostante sia più comune nei caucasici, negli anziani e nelle donne, si può riscontrare anche nel sesso maschile e in qualsiasi fascia d’età ed etnia. Visto l’aumento dell’aspettativa di vita e l’invecchiamento generale della popolazione, l’osteoporosi sta diventando sempre più un’epidemia globale. A tal proposito, secondo recenti statistiche dell’International Osteoporosis Foundation, in tutto il mondo, ogni anno, si verificano fino a 37 milioni di fratture da fragilità ossea in individui di età superiore ai 55 anni. In Italia, 1 donna su 3 e 1 uomo su 5 – di età superiore ai 50 anni – subiscono fratture osteoporotiche nel corso della loro vita.
Tuttavia, con una diagnosi e un trattamento precoce, l’osteoporosi può essere prevenuta. Segnali come dolori ossei, aumento della curvatura della schiena e riduzione dell’altezza non sono da sottovalutare, in quanto potenziali campanelli d’allarme di osteoporosi. In questi casi, la Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC) è l’esame di riferimento per la valutazione della massa ossea e per l’eventuale diagnosi di osteoporosi. Se la MOC conferma la condizione patologica, l’iter diagnostico prevede di procedere con la radiografia della colonna vertebrale ed esami del sangue e delle urine specifici.
Inoltre, uno strumento di screening utile per la diagnostica globale di primo livello dell’osteoporosi è il MiniOmniTM, device a ultrasuoni multi-site, che offre una valutazione affidabile, accurata, non invasiva e sicura della densità ossea. È uno strumento che si basa sulla tecnologia quantitativa a ultrasuoni OmnipathTM che rileva la velocità delle onde ultrasoniche lungo l’asse di forza massimale dell’osso, eliminando gli effetti del tessuto molle e consentendo risultati precisi. È in grado di misurare più siti scheletrici: radio, falange, tibia e metatarso. La flessibilità del multi-site migliora l’identificazione dei punti isolati di osteoporosi, così come è in grado di testare i pazienti sui quali risulta difficile la valutazione di determinate sedi scheletriche, in quanto sono molteplici i punti di repere utilizzabili.
A lato della diagnostica, anche l’alimentazione svolge un ruolo cruciale nella prevenzione. È bene seguire una dieta sana e bilanciata che assicuri fonti adeguate di calcio, proteine e vitamina D, fondamentali per la salute delle ossa.
A tal proposito, un adeguato apporto proteico (1.0-1.2 gr/Kg/ die con almeno 20-25 gr di proteine nobili per pasto) associato ad esercizi fisici contro resistenza (esercizi di rinforzo muscolare) è in grado di mantenere la funzione del sistema muscolo-scheletrico. Anche altri micronutrienti quali zinco, silicio, vitamina K, vitamina E, vitamina B6, vitamina B12 e magnesio sembrerebbero avere un ruolo protettivo sull’osso e sul muscolo. Al contempo, un adeguato introito di calcio incrementa e mantiene la densità della matrice ossea.
La principale fonte di calcio è rappresentata da latte e suoi derivati, frutta secca (mandorle), alcune verdure (cavolo, spinaci, rape) e dai legumi. Il fabbisogno quotidiano di calcio varia a seconda dell’età e di determinate condizioni, negli adulti è di circa 800 mg/die. È consigliata, di supporto al calcio, la concomitante assunzione di vitamina D che favorisce l’assorbimento intestinale del minerale.
Per una buona copertura di vitamina D, si consiglia l’esposizione solare. Un adulto necessita di circa 15 minuti di esposizione al sole al giorno per assicurare la corretta produzione di vitamina D. Inoltre, alcuni alimenti come pesce, uova, funghi e latticini fortificati sono fonte di tale vitamina. Un ulteriore consiglio è mantenersi attivi, svolgendo attività fisica da praticare con regolarità.
Movimento e alimentazione sono aspetti da monitorare soprattutto nel soggetto anziano, in cui il rischio di fratture conseguenti all’osteoporosi può aumentare a causa di eventuali condizioni di malnutrizione protido-energetica, spesso esacerbata da concomitanti condizioni patologiche.
Oltre alla sedentarietà e alle abitudini alimentari scorrette, altri fattori di rischio sono il fumo, l’alcool e il consumo eccessivo di caffeina. Il fumo è associato a una riduzione di massa ossea: interromperne l’abitudine sembra avere gli stessi effetti dei farmaci che promuovono la formazione di nuovo tessuto osseo. Invece, eccedere con l’alcool inibisce la sintesi di vitamina D e compromette l’attività degli osteoblasti. Per concludere, diversi studi hanno evidenziato che abbondare con il consumo di caffeina incrementa il riassorbimento osseo dovuto a una aumentata escrezione di calcio nelle urine, con conseguente maggior predisposizione al rischio di osteoporosi.
Per maggiori informazioni sullo strumento MiniOmniTM: https://www.dsmedica.info/html/prodotti/densitometria_ossea.asp
Bibliografia
International Osteoporosis Foundation
Linee Guida sulla gestione dell’Osteoporosi e delle Fratture da fragilità
