Uova, si o no?

Via libera alle uova
uova

Le uova sono una delle principali fonti di colesterolo alimentare e il loro consumo è stato scoraggiato soprattutto in pazienti dislipidemici o ad alto rischio cardiovascolare come i diabetici di tipo 2.

Lo studio PREDIMED

Lo studio Predimed, ha approfondito l’analisi in uno studio prospettico che ha seguito per un periodo medio di 5.8 anni 7216 partecipanti (55-80 anni) per valutare l’associazione tra il consumo di uova e le malattie cardiovascolari. La coorte era la popolazione del bacino del Mediterraneo e circa il 50% dei partecipanti aveva il diabete di tipo 2.

Tutti i partecipanti erano inizialmente privi di malattie cardiovascolari (CVD). Annualmente, si sono sottoposti a questionari di intake e frequenza alimentare sull’assunzione di uova e altri alimenti.

342 partecipanti hanno avuto un evento cardiovascolare maggiore e il consumo di uova all’arruolamento non ne era significativamente correlato. Anche i partecipanti non diabetici che assumevano  in media più di 4 uova / settimana avevano un hazard ratio (HR) di 0.96 rispetto ai non diabetici che ne consumavano meno (meno di 2 uova/settimana).

Nei diabetici invece il rischio di avere eventi era aumentato nei consumatori più frequenti. (HR=1.33).

I non diabetici che hanno consumato 500 uova in totale durante il follow-up avevano un HR=0.94, i diabetici 1.18.

Significato clinico

Un moderato consumo di uova (2-4 alla settimana), ha così dimostrato di non aumentare il rischio di eventi cardiovascolari. Un appunto va fatto sul modello nutrizionale seguito dai partecipanti, che è sostanzialmente quello della dieta mediterranea, ricca in olio extravergine di oliva, frutta e verdura fresche, frutta secca a guscio.

E’ da qualche anno che si sta mettendo in discussione il paradigma grassi saturi-rischio metabolico o colesterolo-infarto. Una metanalisi recentissima ha analizzato i dati provenienti da 9 studi con 636151 soggetti col risultato di non rilevare associazione tra il consumo moderato di burro (un cucchiaio da minestra al giorno) e il rischio CVD.

Questi dati, insieme a quelli che rivaluterebbero il consumo di pasta, dicono che, una volta raggiunto il peso desiderato in salute, una dieta varia come quella mediterranea è il miglior modello da seguire.

Bigliografia :
Fonti :

lun 18 luglio 2016
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