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Cibi ultraprocessati associati alla depressione
cibi elaborati

Un numero crescente di prove dimostra che il consumo di alimenti ultra-elaborati (UPF) è associato a un più alto rischio di malattie cardiometaboliche, che a loro volta sono state collegate alla depressione.

Ma ci potrebbe essere anche un rapporto diretto tra un’alimentazione molto elaborata e la depressione?

È quanto hanno indagato un gruppo di ricercatori spagnoli andando a monitorare 14.907 laureati spagnoli [età media 36,7 anni] inizialmente privi di depressione, seguiti per una mediana di 10,3 anni.

Il consumo di UPF (formulazioni industriali prodotte per lo più o interamente da sostanze derivate da alimenti e additivi, con poco o nulla cibo intatto), come definito dal sistema di classificazione degli alimenti NOVA, è stato valutato al basale attraverso un questionario quantitativo semi-quantitativo convalidato sulla frequenza degli alimenti. I partecipanti sono stati classificati come casi incidenti di depressione se hanno segnalato una diagnosi medica di depressione o l’uso abituale di farmaci antidepressivi in ​​almeno una delle valutazioni di follow-up condotte dopo i primi 2 anni di follow-up.

Durante il follow-up sono stati identificati 774 casi incidenti di depressione. I partecipanti nel più alto quartile del consumo di UPF avevano un rischio più elevato di sviluppare depressione [HR (95% CI) 1,33 (1,07-1,64); tendenza p = 0,004] rispetto a quelli del quartile più basso dopo l’aggiustamento per potenziali fattori di confusione.

Quindi, esiste un’associazione positiva tra il consumo di UPF e il rischio di depressione, più forte tra i partecipanti con bassi livelli di attività fisica.

Parallelamente, uno studio greco presentato alla American Psychiatric Association (APA) 2019 (Abstract P6-156) il 20 maggio 2019 ha dimostrato che l’aderenza a una dieta mediterranea può prevenire la depressione nell’anziano.

Nel 2017, uno studio randomizzato controllato ha dimostrato che una dieta in stile mediterraneo ha migliorato i sintomi e la qualità della vita per i pazienti con depressione grave in modo significativo.

L’impatto positivo della dieta sul cervello può essere dovuto al fatto che combina alimenti e sostanze nutritive potenzialmente protettive contro la disfunzione cognitiva o la demenza, come pesce, vitamina B12, acido folico e antiossidanti.

Recenti ricerche stimano che quasi il 20% degli adulti più anziani sperimenterà almeno un episodio di depressione maggiore e che tali episodi avranno conseguenze negative in questa popolazione.

Dieta e stile di vita possono essere un modo per mitigare questo rischio.

Bigliografia : Gómez-Donoso C, Sánchez-Villegas A, Martínez-González MA, Gea A, Mendonça RD, Lahortiga-Ramos F, Bes-Rastrollo M
Fonti : Eur J Nutr. 2019 May 4. doi: 10.1007/s00394-019-01970-1. https://link.springer.com/article/10.1007/s00394-019-01970-1

mar 28 maggio 2019
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