Proteine senza età

Anche gli anziani ne han bisogno!
Proteine vegetali vs animali

Un’assunzione elevata di proteine è legata al mantenimento della massa e della forza muscolare. Pare che possano preservare la funzionalità fisica e aiutare ad invecchiare in modo sano.

I ricercatori del portentoso studio Framingham Heart Study Offspring hanno esaminato le associazioni tra assunzione di proteine ​​(g/d), stimati dai questionari di frequenza alimentare, e il mantenimento dell’integrità funzionale, misurata come punteggio di integrità funzionale basato sulle risposte a 17 domande da questionari ripetuti fino a cinque volte (1991/1995-2011/2014) in 23 anni di follow-up.

In 2.917 partecipanti (età media 54,5 anni), l’assunzione di proteine ​​al basale era 77,2  g/d. Il punteggio di integrità funzionale è stato associato a prestazioni oggettive (velocità dell’andatura, forza di presa) e minori probabilità di cadute, fratture e fragilità.

Durante il follow-up, ci sono stati 731 casi incidenti di perdita di integrità funzionale: i partecipanti appartenenti alla categoria di assunzione di proteine più alta ​​(92,2 g/d) avevano un rischio inferiore di perdita dell’integrità funzionale del 30% rispetto a quelli con l’assunzione più bassa (media 64,4 g/d).

Le analisi stratificate del sesso hanno indicato che l’associazione era guidata dall’associazione nelle donne.
Quindi l’anziano ha bisogno di assumere proteine: sembra che in USA 1/3 degli anziani non ne assuma abbastanza. La quantità di proteine generalmente consigliata oggi per gli anziani corrisponde a 0,8 grammi per 1 kg di peso corporeo. Ma un crescente numero di nutrizionisti americani raccomanda ora 1,2 – 1,5 grammi di proteine per ogni kg di peso per gli anziani con malattie croniche o gravi.

Bisogna anche tener conto che gli anziani fanno più fatica a mangiare la carne (difficoltà nella masticazione, riduzione della sensazione del gusto, costi elevati…) e comunque hanno una ridotta digestione delle proteine alimentari.

Infatti la carne va assunta ben cotta (le proteine sono maggiormente disponibili) come ha dimostrato un piccolo studio francese: le condizioni di cottura della carne in modelli in vitro e in vivo influenzano il tasso di digestione delle proteine, che è noto influenzare il metabolismo proteico postprandiale negli anziani.

I ricercatori hanno utilizzato un protocollo a pasto singolo per valutare il tasso di assorbimento delle proteine ​​della carne e stimare l’utilizzo delle proteine ​​della carne postprandiale in soggetti anziani: hanno reclutato 10 volontari anziani di età compresa tra 70 e 82 anni.

Ognuno ha ricevuto, in 2 occasioni separate, un pasto di prova composto esclusivamente da carne bovina (30 g di proteine), cotta a 55° C per 5 minuti o a 90° C per 30 minuti e tritata. I flussi in tutto il corpo di leucina, prima e dopo il pasto, sono stati determinati con l’uso di una infusione endovenosa di leucina marcata dimostrando che la biodisponibilità e l’assimilazione degli amminoacidi della carne negli anziani è inferiore quando la carne è scarsamente cotta.

Al fine di prevenire la sarcopenia, si dovrebbe consigliare ai soggetti anziani di favorire il consumo di carne ben cotta, oppure di proteine sotto forma di integratori di qualità.

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Bigliografia : Hruby A , Sahni S , Bolster D , Jacques PF Buffière C, Gaudichon C, Hafnaoui N, Migné C, Scislowsky V, Khodorova N, Mosoni L, Blot A, Boirie Y, Dardevet D, Santé-Lhoutellier V, Rémond D

lun 4 febbraio 2019
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