Omega 3 e intestino
Malattia infiammatoria intestinale (IBD) è un termine usato per descrivere disturbi gastrointestinali cronici con cause sconosciute, che aumentano il rischio di insufficienza intestinale e possono persino portare al cancro all’intestino.
Le attuali evidenze scientifiche sulle associazioni tra il consumo alimentare di acido eicosapentaenoico (EPA) e acido docosaesaenoico (DHA) e il rischio di IBD sono incoerenti.
Lo studio
Per indagare la relazione tra il consumo alimentare di EPA e DHA con l’incidenza di IBD in una popolazione degli Stati Uniti, i ricercatori hanno analizzato i dati tratti dal National Health and Nutrition Examination Survey per gli anni 2009-2010.
Il consumo di EPA e DHA è stato misurato utilizzando questionari di richiamo dietetico di 24 ore.
Nel questionario sull’artrite, l’incidenza di IBD è stata indagata tramite una sottoanalisi per l’artropatia.
Hanno partecipato a questo sondaggio 4.242 individui di età pari o superiore a 20 anni.
L’IBD è stata diagnosticata in 52 individui, rappresentando una prevalenza dell’1,23%.
L’intervallo di confidenza al 95% per gli odds ratio (OR) grezzi dell’IBD nei quartili 2 e 3 del consumo alimentare di EPA era 0,14 (0,04-0,55) (p < 0,05) e 0,36 (0,18-0,73) (p < 0,05) rispetto al quartile 1, rispettivamente.
L’intervallo di confidenza al 95% per gli OR grezzi dell’IBD nel quartile 4 del consumo alimentare di DHA era 0,09 (0,02-0,35) (p < 0,05) rispetto al quartile 1.
Significato clinico
Secondo la National Health and Nutrition Examination Survey del 2009-2010, un maggiore consumo di EPA e DHA nella dieta potrebbe essere correlato a un rischio ridotto di IBD negli americani di età pari o superiore a 20 anni.
- Disordini gastrointestinaliI disordini gastrointestinali riguardano l’apparato digerente e sono strettamente correlati agli aspetti quali e quantitativi dell’alimentazione.