Indice infiammatorio, composizione corporea e salute dell’osso
Possono le abitudini alimentari influenzare i disturbi come l’obesità e l’osteoporosi attraverso la modulazione dei biomarcatori infiammatori?
Certo che si! E ci risponde un recente studio che ha indagato se l’indice infiammatorio dietetico (DII) fosse associato allo stato di salute delle ossa e ai parametri di composizione corporea in una popolazione di giovani adulti.
La popolazione dello studio era composta da 599 giovani (età 20.41 ± 2.72 anni).
L’analisi di regressione lineare ha rivelato che il peso e la massa priva di grasso (FFM) erano significativamente associati al DII dopo aggiustamenti per età, sesso ed energia totale (β = -0,91, 95% CI -1,782, -0,213, p = .013 e β = -0.059, 95% CI -0.842, -0.107, p = .011, rispettivamente).
L’infiammazione cronica è associata a una varietà di malattie e altre condizioni e la dieta modula l’infiammazione. Il DII è stato studiato sulla base dei dati di popolazione per valutare il potenziale infiammatorio della dieta generale di un individuo e i punteggi DII sono stati confrontati per tre diversi piani di dieta simulati (fast food, mediterraneo e macrobiotico) sulla base dei menu dei ristoranti, della letteratura e del sito web dell’Istituto Kushi. Il punteggio DII è stato calcolato per ciascuno dei piani dietetici in base alle quantità di ciascuno dei 45 componenti dietetici che compongono il DII.
Un punteggio DII positivo rappresenta una dieta più pro-infiammatoria, mentre un punteggio DII negativo rappresenta una dieta più anti-infiammatoria.
Le diete macrobiotiche e mediterranee hanno prodotto forti punteggi di DII anti-infiammatori (DII = -5,54 e -3,98, rispettivamente) rispetto al punteggio DII per la dieta a base di fast-food, che aveva un forte potenziale pro-infiammatorio (DII = + 4,07).
Il DII rappresenta un nuovo strumento per valutare la qualità della dieta e potrebbe essere utilizzato per valutare e guidare gli individui nel fissare obiettivi dietetici per aiutare a ridurre i livelli di infiammazione, riducendo così potenzialmente il rischio di determinate condizioni di salute cronica.
I risultati dello studio suggeriscono che il potenziale infiammatorio della dieta, misurato usando il DII, è associato a parametri correlati all’obesità come la FFM e il peso, sebbene possa non contribuire all’osteoporosi nella prima età adulta.
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