Gravidanza: la BIA predice il diabete gestazionale


Durante la gravidanza, la salute della mamma è fondamentale non solo per il suo benessere, ma anche per quello del bambino. Tra le complicazioni più comuni c’è il diabete mellito gestazionale (GDM), una condizione caratterizzata da un’elevata glicemia che si manifesta proprio durante i mesi di gravidanza. Ma ecco una buona notizia dalla ricerca: oggi è possibile prevedere in anticipo il rischio di svilupparlo, grazie alla valutazione della composizione corporea tramite BIA.
Cos’è il GDM e perché è importante riconoscerlo presto
Il diabete gestazionale colpisce circa il 10-20% delle donne in gravidanza. Anche se spesso scompare dopo il parto, può aumentare il rischio di complicanze durante la gravidanza e predisporre la madre (e il bambino) a sviluppare il diabete di tipo 2 in futuro.
Scoprire in anticipo se una donna è a rischio può fare la differenza, permettendo di intervenire subito con dieta, attività fisica e controlli più frequenti.
La BIA: un test semplice, ma potente
Una recente ricerca condotta presso l’Ospedale Materno-Infantile di Huaibei, in Cina, ha valutato 588 donne incinte tra l’11ª e la 14ª settimana di gestazione, misurando la loro composizione corporea con la tecnica della BIA (bioimpedenziometria). Questo esame, rapido e non invasivo, permette di conoscere dati come la percentuale di massa grassa e il grasso viscerale, elementi fondamentali per la salute metabolica.
Tra la 24ª e la 28ª settimana, le stesse donne hanno effettuato il classico test di tolleranza al glucosio (OGTT), che serve per diagnosticare il diabete gestazionale.
I risultati sono stati chiari: le donne che presentavano una maggiore percentuale di grasso corporeo (PBF) o un indice elevato di grasso viscerale (VFI) nelle prime settimane di gravidanza avevano un rischio significativamente maggiore di sviluppare il GDM.
- Un’alta PBF aumentava il rischio di GDM di circa 1,8 volte.
- Un alto VFI aumentava il rischio addirittura di oltre 6 volte.
Inoltre, l’analisi statistica ha mostrato che questi due parametri possono prevedere con precisione l’insorgenza del diabete gestazionale. In particolare, si è osservata una curiosa relazione “a forma di J” tra la glicemia a digiuno e la percentuale di grasso corporeo: il rischio aumenta soprattutto oltre certe soglie.
Significato clinico
Questa ricerca apre nuove prospettive nella prevenzione precoce del diabete gestazionale. Grazie a un semplice esame come la BIA, effettuato all’inizio della gravidanza, è possibile individuare le donne più a rischio e agire subito con un piano personalizzato di alimentazione e stile di vita.
In un futuro non troppo lontano, la valutazione della composizione corporea potrebbe diventare parte integrante dei controlli di routine nel primo trimestre, per garantire a tutte le mamme una gravidanza più serena e sicura.



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