Chetogenica anche nell’insufficienza renale
La malattia renale cronica (CKD) rappresenta una sfida crescente per la salute globale, con una prevalenza stimata attorno al 13,4% nel mondo. Questa patologia, che spesso si accompagna a problematiche cardiovascolari, può essere aggravata da condizioni come diabete di tipo 2 e obesità, strettamente collegate all’invecchiamento e alle abitudini alimentari poco salutari. In questo contesto, un’efficace gestione dell’obesità è considerata cruciale sia per prevenire la CKD sia per rallentarne la progressione.
Una guida pratica per endocrinologi, nutrizionisti e nefrologi è stata sviluppata grazie alla collaborazione di tre importanti società scientifiche italiane: la Società Italiana di Endocrinologia (SIE), la Società Italiana di Nutraceutica (SINut) e la Società Italiana di Nefrologia (SIN).
L’Importanza della dieta nella gestione della CKD
L’obesità, oltre a rappresentare un fattore di rischio per l’insorgenza della CKD, può accelerare il declino della funzione renale. La perdita di peso, supportata da un’alimentazione controllata, si rivela quindi essenziale.
Tra i diversi approcci dietetici per la CKD, la dieta mediterranea e quella a basso contenuto proteico sono tra le più raccomandate. Tuttavia, le evidenze recenti indicano che anche le diete a basso contenuto di carboidrati e chetogeniche (LCD/KD) possono offrire benefici ai pazienti con CKD non in dialisi.
Questi regimi possono favorire la perdita di peso, migliorare i parametri metabolici e ridurre l’infiammazione e lo stress ossidativo, tutti fattori che contribuiscono al miglioramento delle condizioni generali di salute renale.
I benefici delle diverse strategie dietetiche?
- Dieta Mediterranea: È ricca di frutta, verdura, cereali integrali, noci, e olio d’oliva, con un ridotto apporto di carne rossa e zuccheri raffinati. Questo tipo di alimentazione è noto per ridurre i livelli di colesterolo, migliorare la sensibilità insulinica e avere un effetto antinfiammatorio generale.
- Dieta a Basso Contenuto Proteico: Riducendo il carico di proteine, questa dieta allevia lo stress renale. È particolarmente utile nelle fasi più avanzate della CKD per evitare l’accumulo di scorie e di composti azotati che i reni compromessi non riescono a filtrare adeguatamente.
- Dieta Chetogenica a Basso Contenuto di Carboidrati (LCD/KD): Questa strategia è risultata efficace per favorire la perdita di peso, ridurre l’infiammazione e migliorare i parametri metabolici. Le diete chetogeniche, caratterizzate da un apporto minimo di carboidrati e un aumento dei grassi, promuovono la produzione di corpi chetonici, che possono avere effetti benefici anche sul metabolismo renale e sul controllo del glucosio nel sangue.
Valutare e personalizzare la terapia alimentare
Questa guida pratica incoraggia i professionisti a valutare attentamente lo stato nutrizionale di ogni paziente utilizzando metodi come l’analisi dell’impedenza bioelettrica. Questo strumento consente di monitorare la composizione corporea (massa grassa e massa magra), fornendo così dati utili per personalizzare la dieta. Per i pazienti con obesità e CKD, una dieta equilibrata e mirata può fare la differenza nel rallentare la progressione della malattia, migliorando al contempo la qualità di vita.
Significato clinico
Il documento di consenso prodotto dalle società scientifiche italiane offre indicazioni preziose per endocrinologi, nutrizionisti e nefrologi, sottolineando l’importanza di un approccio nutrizionale integrato nella gestione dell’obesità nei pazienti con CKD non in dialisi. Personalizzare la dieta e monitorare regolarmente la risposta dei pazienti a diversi regimi alimentari rappresenta la chiave per prevenire e rallentare l’evoluzione della malattia renale verso stadi avanzati, preservando la salute renale e generale dei pazienti.
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