Anoressia e magrezza eccessiva mettono a rischio le ossa

10% ha osteoporosi
Ossessione salute

LA MAGREZZA patologica, soprattutto se legata all’anoressia, può creare seri problemi alle nostre ossa. Sia da adulti che (ancor più forse) da bambini, quando lo scheletro è ancora in formazione. Un organismo patologicamente sottopeso subisce infatti diversi cambiamenti metabolici e ormonali che vanno ad influire sulla formazione e il mantenimento delle ossa, diminuendone la densità e provocando in alcuni casi l’osteoporosi. Insomma: una corretta alimentazione è fondamentale anche per la salute delle ossa. È questo il messaggio che arriva dal secondo congresso nazionale della Società Italiana di Nutrizione Clinica e Metabolismo (Sinuc), in corso proprio in questi giorni a Firenze.

Magrezza eccessiva. Di solito l’osteoporosi è considerata un problema che riguarda le fasi più avanzate della nostra vita. Ma come sottolineano anche le linee guida del ministero della Salute un individuo che non raggiunge un picco ottimale di massa ossea durante l’infanzia e l’adolescenza può sviluppare questo disturbo senza che vi sia una accelerata perdita ossea in età adulta. E in molti casi, questi squilibri sono legati all’alimentazione scorretta e alla magrezza patologica. “Sappiamo che per uno stato osseo ottimale è necessario avere anche un indice di massa corporea (Bmi) nei limiti, sia durante l’infanzia che nell’adolescenza e nell’età adulta – avverte Ranuccio Nuti, professore di Medicina interna dell’Università di Siena – è ormai noto che oltre il 50% dei soggetti affetti da magrezza patologica e soprattutto anoressia nervosa presentano alterazioni dello stato osseo, e che in particolare circa il 10 % dei soggetti affetti da anoressia manifestano un quadro di osteoporosi”. I cambiamenti endocrini e metabolici provocati dall’anoressia e dalla magrezza patologica – ricorda l’esperto – possono infatti influire sulla densità minerale delle ossa, rendendole più fragili ed esponendo i pazienti al rischio di fratture.

Obesità. Se la magrezza eccessiva è un problema, cosa accade invece all’estremo opposto dello spettro? Tradizionalmente si riteneva che il peso corporeo elevato potesse avere addirittura un effetto protettivo nei confronti delle ossa, diminuendo il rischio di fratture. Ma negli ultimi anni le opinioni della comunità scientifica stanno cambiando. “In realtà non esistono molti dati in letteratura riguardo alle modificazioni scheletriche a cui vanno incontro i pazienti obesi – chiarisce Nuti – .Recentemente però numerosi studi hanno dimostrato che la presenza di massa grassa non sempre ha un effetto protettivo nei confronti dell’osteoporosi e del rischio di fratture. Infatti è stato osservato che un eccessivo accumulo di grasso viscerale ha un effetto negativo sulla densità minerale ossea, o Bmd, e studi condotti sia su popolazioni asiatiche che caucasiche hanno riportato una correlazione inversa tra tessuto adiposo addominale e Bmd femorale”.

Alimentazione. Il segreto delle ossa sane, assicurano gli esperti, è la prevenzione. Mantenere il peso corporeo nella norma, e abituarsi a un’alimentazione sana: ricca, equilibrata e completa. Che deve iniziare nell’infanzia e proseguire anche nell’età anziana, quando invece spesso problemi di varia natura aprono la strada a quadri clinici di malnutrizione. Fondamentale, in questo senso, è il giusto apporto di proteine nella nostra dieta, che possono arrivare sia da fonti animali che vegetali. “Un giusto apporto di proteine ha un duplice effetto preventivo e protettivo – sottolinea Maurizio Muscaritoli, presidente della Siduc – perché contribuisce allo sviluppo di ossa e muscoli forti, anche grazie all’aumento dei livelli di IGF-1 nel sangue. Prodotto dal fegato, IGF-1 promuove la formazione di tessuto osseo, muscolo e aiuta la trasformazione della vitamina D nella sua forma attiva. Inoltre gli aminoacidi che compongono le proteine hanno un ruolo sull’intestino favorendo l’assorbimento intestinale di calcio”.

Quante proteine? Come si stabilisce la quantità di proteine di cui abbiamo bisogno? Niente di più facile, perché basta un semplice calcolo: moltiplicare il proprio peso (se adulti) per 0,8 (il fabbisogno in grammi per chilo). Una persona di 60 chili avrà quindi bisogno di 48 gr di proteine, che possono arrivare da carne rossa o pesce (28 grammi di proteine per etto circa), uova (6 grammi per un uovo grande), latte (400 grammi ne contengono 16 di proteine), formaggio (1 etto ne contiene circa 30 grammi), o legumi come le lenticchie (20 grammi per un etto). Attenzione anche al declino di vitamina D nel periodo invernale. Quando ci esponiamo al sole e sintetizziamo la vitamina D questa si accumula ma la sua “vita” è di circa 3-6 settimane, quindi nell’organismo c’è un picco a metà settembre, per poi raggiungere i livelli più bassi tra novembre e l’inizio della primavera seguente, soprattutto se si esce poco di casa.

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Fonti :

lun 10 luglio 2017
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