A dieta senza fame


Si sa, seguire una dieta ipocalorica è difficile, sembra di avere sempre fame. Un po’ è anche il desiderio del proibito (e qui la forza di determinazione è da coltivare), un po’ la mancata sensazione di pienezza ai pasti (aggirabile con grandi volumi di cibi poco calorici), un po’ il fatto di evitare di sgranocchiare durante il giorno (superabile con una buona colazione e gli spuntini a metà mattina e pomeriggio). Insomma la perdita di peso indotta dalla dieta induce l’aumento della fame e riduce la sensazione di pienezza, in concomitanza con l’aumento della produzione di grelina e la riduzione della concentrazione di peptidi intestinali (GLP-1 glucagone-simile, colecistochinina (CCK) e peptide YY (PYY)).
Le diete chetogeniche sembrano ridurre al minimo o sopprimere alcune di queste risposte.
Lo studio
E’ stato condotto uno studio ad hoc per determinare la timeline in cui i cambiamenti nell’appetito si verificano durante il progressivo di perdita di peso con una dieta chetogenica a basso apporto energetico (VLED).
Trentuno adulti sedentari (18 uomini) con obesità (indice di massa corporea: 37 ± 4,5 kg m-2) sono stati sottoposti a 8 settimane di una dieta VLED seguita da 4 settimane di mantenimento del peso. Sono stati analizzati il peso e la composizione corporea, la sensazione soggettiva di appetito e la concentrazione degli ormoni correlati all’appetito (insulina, grelina, GLP-1, PYY totale e CCK) a digiuno e postprandiale, al basale, al giorno 3 della dieta, 5 e al 10% della perdita di peso, alle ore 9 e 13.
Al giorno 3 si è avuto un significativo aumento della fame così come l’aumento del desiderio di mangiare.
Alla settima settimana si è ridotto il consumo alimentare.
A livello ormonale, il PYY è stato significativamente ridotto al raggiungimento del 10% di perdita di peso. Il CCK si è ridotto già con la perdita del 5% del peso e al 10% alla settimana 9. La grelina a digiuno e postprandiale è aumentata notevolmente alla settimana 13.
La dieta fortemente ipocalorica chetogenica VLED aumenta temporaneamente l’azione di mangiare fino a 3 settimane (5% di perdita di peso). Dopo di che, e mentre i partecipanti sono in chetosi, il 10-17% della perdita di peso non è associato ad un appetito aumentato. Tuttavia, la sensazione di fame e le concentrazioni di grelina aumentano notevolmente dal basale, una volta che si fa un pasto.
Le ragioni di questa risposta sono da individuare nella formulazione della dieta che prevedeva 550 kcal al giorno per le donne e 660 per gli uomini (composizione macronutrienti: carboidrati 42%, proteine 36%, grassi 18% e fibre 4%) . Non era consentita nessuna bevanda energetica. L’assunzione di verdure a basso contenuto di amido (max 100 g al giorno) è stata incoraggiata, per fornire le fibre alimentari.
Significato clinico
Probabilmente il rapporto carboidrati/proteine era troppo a favore dei carboidrati per riuscire a evidenziare l’efficacia della chetosi sulla sensazione di fame.
Fame e desiderio di mangiare erano notevolmente aumentati al 3 ° giorno, ma non erano accompagnati da significativi cambiamenti negli ormoni dell’appetito fisiologico tranne l’insulina.
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