Carboidrati da ridurre

Uno studio trasversale condotto nella vita reale
carboidrati-ridurre

Negli ultimi decenni, la Dieta Mediterranea (DM) è stata considerata il modello alimentare per eccellenza in termini di prevenzione cardiovascolare e longevità. Tuttavia, la sua applicazione nella pratica quotidiana può variare notevolmente, anche tra individui che si definiscono “aderenti” a questo stile alimentare.

Una recente analisi condotta su oltre 1300 adulti italiani ha esplorato in modo dettagliato la composizione effettiva dei macronutrienti nella DM e la loro relazione con indicatori di adiposità e infiammazione sistemica.

Lo studio

Lo studio ha coinvolto 1342 volontari adulti, sottoposti a:

I partecipanti sono stati poi suddivisi in tre gruppi:

  1. Alta aderenza alla DM (H-MD)
  2. Media aderenza (M-MD)
  3. Bassa aderenza (L-MD)

Contrariamente all’immagine classica della DM come dieta ricca di carboidrati complessi, lo studio ha mostrato che i soggetti con alta aderenza presentavano:

  • minor apporto di carboidrati,
  • maggior quota di proteine e grassi,

rispetto ai gruppi con media o bassa aderenza.

In particolare, l’apporto ridotto di carboidrati è risultato il miglior predittore di un punteggio PREDIMED elevato (β = -0,875; p < 0,001).

Il gruppo H-MD ha mostrato risultati clinici significativamente migliori:

  • indice di massa corporea (BMI) più basso,
  • circonferenza vita ridotta,
  • minore percentuale di massa grassa,
  • livelli inferiori di proteina C-reattiva (p < 0,001 per tutti i confronti).

Questi dati suggeriscono che una composizione della DM con riduzione dei carboidrati e incremento di proteine e grassi di qualità (come quelli di pesce, frutta secca e olio extravergine d’oliva) possa potenziare gli effetti metabolici e antinfiammatori tipici del modello mediterraneo.

La Dieta Mediterranea ad alta aderenza, così come oggi effettivamente seguita, non corrisponde sempre ai tradizionali rapporti di macronutrienti (55–60% carboidrati, 15% proteine, 25–30% grassi) suggeriti dalle linee guida.
In questa analisi, i soggetti più “mediterranei” assumevano meno carboidrati e più proteine/grassi, con un impatto positivo su composizione corporea e infiammazione sistemica.

Significato clinico

Per medici e nutrizionisti, questi risultati invitano a una riflessione critica sulle raccomandazioni standard.
Pur mantenendo i principi cardine della DM – varietà, predominanza di alimenti vegetali, olio d’oliva come principale fonte di grassi, consumo moderato di pesce e carni bianche – la quantità di carboidrati complessiva potrebbe essere ridotta rispetto agli intervalli convenzionali per ottimizzare il profilo metabolico e infiammatorio.

Una Dieta Mediterranea “moderna”, quindi, caratterizzata da un minor apporto di carboidrati e una quota maggiore di proteine e grassi di qualità, sembra associarsi a minore adiposità e infiammazione.
Questi dati offrono nuovi spunti per aggiornare le raccomandazioni nutrizionali e personalizzare l’approccio dietetico in prevenzione e terapia delle patologie metaboliche.

 

Bibliografia : Claudia Vetrani, Evelyn Frias-Toral, Annamaria Di Martino et al

mar 18 novembre 2025
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