La dieta per il Crohn


Cibi integrali e morbo di Crohn: la qualità della dieta può fare la differenza?
Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino che colpisce sempre più persone nei Paesi industrializzati. È caratterizzato da riacutizzazioni dolorose e debilitanti alternate a periodi di remissione, e la sua gestione è spesso complessa. Oltre alle terapie farmacologiche, negli ultimi anni si è aperto un fronte di ricerca molto attivo: il ruolo dell’alimentazione.
Molti pazienti riferiscono miglioramenti legati a cambiamenti dietetici, ma la letteratura scientifica ha finora proposto approcci spesso discordanti. Alcune diete eliminano gruppi specifici di alimenti, altre si basano su principi antinfiammatori o sull’aumento del consumo di fibre vegetali. Un nuovo studio clinico prova a fare chiarezza partendo da un’idea semplice: non conta tanto seguire una dieta “di moda”, quanto migliorare la qualità complessiva degli alimenti che mangiamo.
Lo studio
I ricercatori hanno coinvolto 28 adulti con morbo di Crohn attivo, di grado lieve o moderato, suddividendoli in due gruppi:
- chi riceveva indicazioni per seguire una dieta naturale a base di cibi integrali (ricca di frutta, verdura, cereali integrali e alimenti poco processati),
- chi invece proseguiva con la dieta abituale.
L’esperimento è stato condotto per 8 settimane. I ricercatori hanno valutato due indicatori principali:
- la remissione clinica (cioè il miglioramento dei sintomi),
- la variazione della calprotectina fecale, una proteina che riflette il livello di infiammazione intestinale.
Sono stati inoltre monitorati lo stato nutrizionale, l’assunzione di nutrienti e possibili effetti avversi.
L’analisi ha rivelato dati interessanti:
- I pazienti che hanno seguito la dieta a base di cibi integrali hanno mostrato una probabilità significativamente maggiore di entrare in remissione clinica rispetto a chi ha continuato a mangiare come prima.
- Nei partecipanti più aderenti al modello alimentare sano, la riduzione della calprotectina fecale è stata più marcata, indicando un potenziale beneficio anche sull’infiammazione biologica.
- Non sono emersi effetti collaterali né carenze nutrizionali legate al nuovo regime alimentare.
Significato clinico
Il messaggio principale dello studio è che non è tanto un singolo alimento a determinare il beneficio, ma la salubrità complessiva della dieta. Una maggiore presenza di fibre, vitamine, minerali e fitocomposti antinfiammatori, unita alla riduzione di alimenti ultra-processati, può influenzare positivamente il microbiota intestinale e modulare la risposta immunitaria.
Questo approccio si inserisce in un filone crescente di ricerche che collegano dieta, microbioma e malattie infiammatorie croniche. Un’alimentazione integrale sembra non solo nutrire l’organismo, ma anche favorire una comunità di microbi intestinali più equilibrata, capace di ridurre l’infiammazione.
Per i pazienti con morbo di Crohn, migliorare la qualità complessiva della dieta con cibi naturali e integrali potrebbe rappresentare un’arma in più contro l’infiammazione, accanto alle terapie tradizionali. Non si tratta di seguire regimi estremi o restrittivi, ma di adottare un modello alimentare più vicino a quello che la ricerca riconosce come “dieta sana”.



- Ileite terminale o Morbo di CrohnL’ileite terminale conosciuta anche come Morbo di Crohn è una Malattia Infiammatoria Cronica Intestinale, caratterizzata da diarrea cronica e dolori a...