Vitamina C per l’osso?

Associazione tra rischio di frattura e dieta
dieta una volta per sempre

E’ noto che la carenza di Vitamina C causa lo scorbuto, malattia che compare inizialmente con stanchezza, affaticamento, inappetenza, dolori muscolari e aumentata la sensibilità alle infezioni, per evolvere in sintomi quali emorragie, ulcerazioni alle gengive e problemi al tessuto osseo. Infatti lo scorbuto si accompagna a un difetto di formazione del collagene poiché la vitamina C è necessaria per l’ossidrilazione della prolina e della lisina che costituiscono la struttura a tripla elica del collagene.

Meno collagene porta a indebolimento delle ossa, cartilagini, denti e tessuti connettivi, con emorragie sottoperiostee.

I gruppi di alimenti “Verdure e Ortaggi” e “Frutta” rappresentano le fonti principali di vitamina C nella dieta italiana, fornendo il 76% dell’assunzione totale. Negli adulti i LARN indicano una PRI di 105 mg/die nei maschi e di 85 mg/die per le femmine.

La vitamina C assunta a sufficienza può aiutare a prevenire l’osteoporosi e le fratture ossee mediando l’osteoclastogenesi, l’osteoblastogenesi, e la sintesi del collagene delle ossa.

Lo studio

Un’analisi ha determinato se le assunzioni giornaliere e le concentrazioni plasmatiche di vitamina C sono associate al rischio di frattura ossea  in anziani, uomini e donne.

I partecipanti sono stati reclutati dal Norfolk, uno studio prospettico europeo sul cancro che includeva la valutazione dell’assunzione di vitamina C e le sue concentrazioni plasmatiche. Un sottoinsieme casuale (4000 di 25.639 soggetti) ha ricevuto anche la valutazione della salute dell’osso e del rischio di frattura. Lo studio prospettico (per la frattura) è stato condotto su tutti i partecipanti con una frattura e un sottoinsieme casuale (n = 5319) di controllo.

Le donne erano il 58% della popolazione e il follow-up mediano è stato di 12,6 anni.

In questo studio, una maggiore assunzione di vitamina C era significativamente associata con le misure tramite ultrasuoni della salute ossea in uomini e donne, e concentrazioni superiori di vitamina C nel plasma erano significativamente associate ad un ridotto rischio di fratture solo negli uomini.

I risultati però necessitano di ulteriori indagini: vi è differenza nei risultati se si valuta la Vitamina C plasmatica e la Vitamina C assunta.

Probabilmente servirebbero nuovi studi su una popolazione più omogenea, tenendo conto dei cambiamenti ormonali, e valutando l’uso di farmaci (i corticosteroidi ad esempio), elementi che potrebbero aver mitigato le associazioni statistiche su una popolazione così ampia.

Il rischio di frattura ossea può essere misurato in modo non invasivo tramite ultrasonometria.

In pratica, si tratta di appoggiare una sonda sul braccio, a livello del radio. La sonda emette ultrasuoni che vengono attenuati a seconda dell’integrità dell’osso. Qui per approfondire.

Bibliografia :
Fonti :

mar 15 dicembre 2015
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