Troppa pubblicità in TV alimenta l’obesità
Un numero notevole di evidenze suggerisce che l’esposizione durante l’infanzia al martellante marketing alimentare promuove abitudini alimentari che contribuiscono all’obesità nell’età più avanzata. Come si evince anche da un recente studio condotto negli USA che ha esaminato le risposte neurali agli spot alimentari negli adolescenti sovrappeso e in quelli di peso sano, utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI). In pratica si è dimostrato che i “segnali visivi” trasmessi dagli spot commerciali appaiono in grado di stimolare il cervello degli adolescenti sovrappeso, comprese le regioni che controllano il piacere, il gusto e, sorprendentemente, anche la bocca, promuovendo così malsane abitudini alimentari.
I risultati dello studio, concludono gli autori, suggeriscono che tali abitudini possono rendere difficile perdere peso più tardi nella vita, e che i sacrifici e le motivazioni alla dieta sana non dovrebbero solo indirizzare il desiderio iniziale di mangiare del cibo allettante, ma anche il pensiero successivo su cosa effettivamente si debba degustare o mangiare avidamente.
In altre parole, anche negli spot pubblicitari, bisognerebbe incentivare i piccoli al piacere di sgranocchiare un’insalata, piuttosto che un cheeseburger.
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