Tè nero a volontà per gli ipertesi
Gli effetti del tè nero sulla pressione sanguigna (BP) e l’onda riflessa del flusso sanguigno prima e dopo carico di grasso, sono stati studiati negli ipertesi. Secondo uno studio randomizzato, in doppio cieco, e controllato, con disegno cross-over, 19 pazienti sono stati assegnati a consumare tè nero (flavonoidi 129 mg) o placebo, due volte al giorno per otto giorni (periodo di wash-out 13 giorni).
Il volume dell’impulso e la BP sono stati misurati prima e 1, 2, 3 e 4 ore dopo il consumo del tè. Tutte le misurazioni sono state effettuate a digiuno e dopo un carico di grassi. Si è così evidenziato che, rispetto al placebo, l’indice di riflessione e l’indice di rigidità vascolare erano diminuiti dopo il consumo di tè. Il carico di grassi è stato controbilanciato dal consumo di tè.
Complessivamente, il tè nero ha diminuito la pressione sistolica e diastolica (-3,2 mmHg, p <0.005 e -2.6 mmHg, p <0,0001; rispettivamente) e impedito l’aumento della stessa BP dopo un carico di grassi (p <0,0001). Gli autori, dunque, ritengono che un consumo di tè nero possa essere utile nel trattamento dell’ipertensione, anche tenendo conto del contrasto esercitato sulle funzioni vascolari verificato dopo un carico lipidico.
- Ipertensione arteriosaL’ipertensione arteriosa è un disturbo cardiovascolare caratterizzato dall’aumento della pressione sanguigna all’interno delle arterie.