Sindrome premestruale: una risposta Pnei
Il termine sindrome premestruale è stato utilizzato per la prima volta negli anni ‘60 e, a tutt’oggi, non si può ipotizzare una singola causa scatenante.
Alla base di questo problema si ritiene possa esserci una carenza di magnesio e un’alterazione della bilancia estro progestinica con deficit relativo della funzione luteale e della conseguente produzione di progesterone.
I sintomi
Tra i sintomi più comuni: la tensione mammaria, la sensazione di gonfiore diffuso, cefalea, disturbi dell’appetito, costipazione. Accanto a questi sintomi maggiori, può esserci una costellazione di sintomi psichici tra i quali, irritabilità e variabilità dell’umore, voglia di piangere, depressione, diminuzione della libido, stanchezza, difficoltà di concentrazione.
Studi recenti hanno spinto a ipotizzare che l’assunzione di cioccolato in fase premestruale e anche durante i giorni del ciclo vero e proprio stimoli la produzione di endorfine, riducendo i disturbi tipici di questo periodo.
La somministrazione prolungata di magnesio (Mg), sembrerebbe benefica per il mal di testa, la tensione mammaria e la classica sintomatologia crampiforme addominale che si presenta in corrispondenza del ciclo.
Un importante progresso in chiave terapeutica è stato rappresentato negli ultimi anni e nella nostra esperienza dalla somministrazione di progesterone diluito e dinamizzato secondo i principi della medicina omeopatica.
L’assunzione di poche gocce di progesterone in sesta decimale – D6 (ad esempio 5 o 6 al giorno, a partire dal 10° e fino al 25° giorno) contribuisce a migliorare la sindrome premestruale in modo significativo.
- Terapia funzionale in fisiologia nella donnaLe caratteristiche di composizione corporea, funzionali e ormonali, determinano specifiche esigenze nutrizionali nella donna.