Rallentamento metabolico, quale strategia per prevenire?

Giù i carboidrati
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La riduzione del tasso energetico basale, conosciuto come rallentamento metabolico, rappresenta una tipica conseguenza degli interventi di riduzione del peso corporeo e sembra essere uno dei principali fattori che contribuiscono al recupero ponderale.

Il tipo di alimentazione assume sicuramente un ruolo centrale nel mediare questi effetti, tuttavia, non si conosce esattamente in quale misura la composizione della dieta influisca sui cambiamenti della spesa energetica durante la fase di mantenimento del peso.

Nel presente studio i ricercatori del New Balance Foundation Obesity Prevention Center di Boston hanno esaminato l’impatto di tre tipi di alimentazione i quali differivano nella loro composizione in macronutrienti e carico glicemico, ovvero l’impatto dei pasti sulla glicemia, immediatamente nel periodo successivo alla trattamento anti-obesità. Allo studio hanno partecipato 21 giovani individui obesi e sovrappeso afferenti al centro specialistico tra il 2006 e il 2010.

A seguito del raggiungimento di una riduzione ponderale equivalente al 10-15% del peso iniziale, i partecipanti sono stati assegnati casualmente per 4 settimane ad uno dei seguenti tre programmi alimentari isocalorici: dieta a basso contenuto in grassi (60% delle calorie totali provenienti da carboidrati, 20% da grassi e 20% da proteine, carico glicemico elevato), dieta a basso indice glicemico (40% calorie da carboidrati, 40% da grassi e 20% da proteine, carico glicemico moderato) oppure una dieta a contenuto in carboidrati estremamente basso (10% delle calorie da carboidrati, 60% da grassi e 30% da proteine, carico glicemico basso).

Gli autori hanno quindi misurato il tasso metabolico a riposo dei partecipanti, la spesa energetica totale, le concentrazioni di ormoni metabolici e la severità di alcuni elementi caratteristici del quadro patologico conosciuto come sindrome metabolica. Il confronto con i dati precedenti all’intervento ha dimostrato che la riduzione del tasso metabolico basale di maggiore entità si verificava con la dieta a basso contenuto in grassi, seguita da quella a basso indice glicemico ed, infine, dalla dieta a contenuto estremamente basso in carboidrati. Anche le variazioni del tasso energetico totale seguivano un simile pattern.

Infine, i ricercatori hanno potuto osservare che le concentrazioni di leptina e cortisolo, la severità della sensibilità all’insulina, le concentrazioni di lipoproteine ad alta densità, di trigliceridi, dell’inibitore dell’attivatore del plasminogeno e della proteina C reattiva variavano in relazione al tipo di dieta, durate la fase di mantenimento. Tuttavia, non è stato possibile individuare un pattern favorevole specifico.

I ricercatori hanno potuto concludere che, almeno nei soggetti giovani sovrappeso e obesi, la dieta a basso contenuto in carboidrati permette di limitare al massimo il rallentamento metabolico post-intervento.

Bibliografia :
Fonti :

gio 5 luglio 2012
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