Obesità, quanto pesi sui reni

Dimagrire per la salute renale
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Uno studio epidemiologico americano ha voluto esaminare se l’obesità addominale è associata a marcatori precoci di malattia renale cronica in una popolazione giovane in buona salute e se queste associazioni si differenziano per razza e/o origine etnica.

Lo studio

I dati analizzati provengono dal NHANES 1999-2010 e riguardano 6918 giovani adulti con età 20-40 anni. L’obesità addominale è stata definita dalla circonferenza vita. I marcatori CKD erano la velocità di filtrazione glomerulare stimata e albuminuria ≥30 mg/g.

L’obesità addominale era presente in più di un terzo di tutti i giovani adulti ed era più diffusa tra i neri non ispanici (45,4%) rispetto al messicano-americani (40,6%) o i bianchi non ispanici (37,4%) (p = 0,004).

I giovani adulti messicano-americani con obesità addominale avevano una più alta probabilità di alterata albuminuria anche tra quelli con normale pressione sanguigna e normale sensibilità all’insulina. Meno del 5% dei giovani adulti con albuminuria di tutte le razze ed etnie aveva  dichiarato di essere malato di malattia renale.

L’obesità addominale nei giovani adulti, specialmente nei messicano-americani, è indipendentemente associata con albuminuria, anche con normali valori di pressione sanguigna, normoglicemia e normali livelli di insulina.

Le associazioni significative tra obesità e fattori di rischio per CKD esistono quindi anche in questa popolazione giovane.

CKD colpisce prevalentemente gli adulti di età superiore a 40 anni, ed è improbabile che possa influenzare questa giovane coorte. Tuttavia, la maggiore prevalenza di marcatori CKD nei giovani americano-messicani con obesità addominale suggerisce che possano essere più a rischio di insufficienza renale cronica e che quindi siano necessari screening mirati e di intervento.

Le malattie cardiovascolari sembrano essere associate con i marcatori surrogati per il grasso viscerale; l’adiposità in eccesso è associata con ridotto flusso sanguigno renale, con il rilascio (in modo correlato agli adipociti) dell’angiotensinogeno e delle adipochine (ad es. leptina) che portano a un sistema renina-angiotensina (RAS) cronicamente attivato.

L’albuminuria si verifica in seguito, secondaria a danno glomerulare. Tuttavia, nel momento in cui l’albuminuria è evidente, si ha già perdita progressiva della funzione glomerulare. L’albuminuria in caso di obesità può essere indipendente da diabete mellito, e migliora con la perdita di peso.  L’albuminuria è associata ad un aumento del rischio cardiovascolare, anche con normale funzione renale negli adulti di età inferiore ai 65 anni.

La durata dell’obesità sembra aumentare il rischio di insufficienza renale cronica, soprattutto negli individui che sono in sovrappeso o obesi prima dei 40 anni. Questo sottolinea l’urgenza di indagare i markers di disfunzione renale precoce nelle persone più giovani con obesità addominale.

L’obesità addominale nei giovani adulti, specialmente in messicano-americani, è indipendentemente associata con marcatori precoci di disfunzione renale anche in individui con normale pressione sanguigna, livelli di glucosio e sensibilità all’insulina. L’obesità addominale è anche indipendentemente associata ad altri fattori di rischio cardiovascolari, con lievi differenze etniche.

Significato clinico

La disfunzione renale prematura in giovani adulti con obesità addominale è destinata a peggiorare se l’obesità persiste: ci vuole una maggiore consapevolezza sulla CKD per proteggere i giovani dalla malattia renale progressiva e soprattutto un’intervento mirato per eliminare il sovrappeso e l’obesità.

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Fonti :

mar 31 maggio 2016
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