Obesità e danno renale acuto
Nei pazienti con malattia renale cronica,è stato dimostrato che la sopravvivenza aumenta con l’aumento della massa corporea, una osservazione che è stata chiamata il “paradosso dell’obesità“.
Lo studio
Per indagare se tale effetto sia anche presente in pazienti con danno renale acuto, i ricercatori hanno analizzato l’impatto della massa corporea sulla prognosi dei pazienti in terapia intensiva con danni tali da necessitare terapia sostitutiva della funzione renale, per un totale di 5.232 pazienti in 53 unità di terapia intensiva austriache.
I pazienti sono stati suddivisi in cinque gruppi di BMI: sottopeso, normali, sovrappeso, obesi e con obesità grave.
L’incidenza di trapianto è aumentata con l’aumento di massa corporea da sottopeso, normale (5,4%) a obesi gravi (11,8%).
Il rischio sviluppare danno renale è risultato significativamente aumentato per tutti i gruppi rispetto ai normopeso.
Il rischio di mortalità ospedaliera ha seguito un modello a forma di U, con la mortalità più bassa nei pazienti obesi (BMI> = 30 <35).
L’analisi multivariata (corretta per gravità della malattia, il sesso, il motivo del ricovero e la comorbilità) ha confermato questi risultati: i pazienti obesi presentato una probabilità significativamente ridotta di morire in ospedale [odds ratio 0,81 (0,66-0,98)].
Significato clinico
L’obesità è un fattore di rischio indipendente per lo sviluppo di danno renale acuto.
I risultati di questo studio forniscono un’ulteriore prova che la massa corporea aumenta la sopravvivenza dei pazienti con danno renale acuto che richiedono una terapia sostitutiva della funzione renale.
I pazienti obesi sembrano avere un vantaggio di sopravvivenza rispetto ai pazienti sottopeso o di peso normale.