Meno ansia

C’è associazione tra dieta e disturbi mentali?
La chetogenica italiana

Gli acidi grassi polinsaturi essenziali (PUFA) hanno effetti profondi sullo sviluppo e sulla funzione del cervello.

Livelli anomali di PUFA sono stati implicati in malattie neuropsichiatriche quali depressione maggiore, disturbo bipolare, schizofrenia, morbo di Alzheimer e disturbo da deficit di attenzione e iperattività.

I meccanismi fisiopatologici potrebbero coinvolgere non solo l’assunzione di PUFA subottimale, ma anche anomalie metaboliche e genetiche, un metabolismo epatico difettoso e problemi di diffusione e trasporto.

La revisione

Per approfondire il ruolo dei PUFA nel SNC, è disponibile una revisione molto dettagliata in full text.

Pochi studi hanno valutato l’associazione tra abitudini alimentari e disturbi mentali ed è stato ipotizzato che gli acidi grassi omega-3 (n-3) possano avere un effetto benefico per chi soffre di disturbi d’ansia.

Sono stati analizzati i dati dello studio longitudinale brasiliano sulla salute degli adulti (ELSA-Brasile), uno studio di coorte basato sulla popolazione.

Disegno trasversale, con un campione totale di 12.268 adulti.

 

L’esposizione alimentare è stata misurata mediante un questionario quantitativo di frequenza alimentare e le diagnosi mentali sono state valutate dal Programma di Intervista Clinica con la versione rivista e diagnosticata secondo la Classificazione Internazionale delle Malattie (ICD-10).

I modelli di regressione logistica sono stati costruiti utilizzando quintili di n-3 e omega 6 (n-6), rapporto n-6 / n-3, usando come riferimento il 1° quintile.

I disturbi d’ansia sono stati identificati nel 15,4% del campione.

Dopo aggiustamenti per variabili sociodemografiche, fattori di rischio cardiovascolare, variabili dietetiche e depressione, le assunzioni di PUFA nel quinto quintile erano inversamente associate a disturbi d’ansia per EPA (OR = 0,82, IC 95% = 0,69 × 0,98), DHA (OR = 0,83, 95 % CI = 0.69⁻0.98) e DPA (OR = 0.82, 95% CI = 0.69⁻0.98).

I partecipanti compresi nel quinto quintile del rapporto n-6 / n-3 avevano un’associazione positiva con i disturbi d’ansia.

Sebbene i risultati suggeriscano un possibile effetto protettivo degli acidi grassi n-3 contro l’ansia, tutte le associazioni hanno perso significato dopo aggiustamento per confronti multipli.

I PUFA

I PUFA assolvono molteplici ruoli fisiologici importanti, rientrando nelle principali categorie che includono stoccaggio e produzione di energia, infiammazione e segnalazione cellulare, con effetti su più sistemi di organi.

E ancora, i PUFA influenzano l’energia regolando il catabolismo lipidico e la lipogenesi e i loro metaboliti fungono da mediatori lipidici nella segnalazione endocrina, paracrina e autocrina all’interno del tessuto adiposo.

Molti effetti dei PUFA possono essere attribuiti alla loro capacità di regolare l’espressione genica influenzando i fattori di trascrizione.

Una spiegazione più approfondita degli effetti diffusi dei n-3 PUFA è la loro capacità di modulare il funzionamento delle membrane a livello subcellulare attraverso l’influenza delle zattere lipidiche.

Ad esempio, il DHA ha effetti robusti sulle caratteristiche strutturali e dinamiche dei domini di membrana.

Le implicazioni fisiologiche per la neuropsichiatria sono profonde, poiché tali microdomini partecipano alla regolazione della serotonina, dopamina  e trasportatori di noradrenalina.

Dato che il basso livello di PUFA n-3 e l’assunzione di n-6 in eccesso sono diffusi in molti paesi, è probabile che l’insorgenza di malattie psichiatriche non dipenda esclusivamente dallo squilibrio alimentare.

I ricercatori ipotizzano che l’assunzione di pochi n-3 abbia probabilmente il maggiore impatto se combinata con anomalie metaboliche o genetiche che influenzano l’assorbimento, il trasporto, l’interconversione, il ricambio di membrana o il catabolismo dei PUFA.

Inoltre, bassi livelli di PUFA n-3 possono contribuire alla malattia psichiatrica interagendo con altri tipi di stress ambientale esterno o con fattori genomici che coinvolgono sistemi di risposta allo stress. Ad esempio, nei roditori, il deficit di PUFA più lo stress ambientale ha maggiori probabilità di produrre comportamenti ansiogeni.

Significato clinico

Pertanto, vi è la necessità di studi per valutare le influenze ambientali, genetiche ed epigenetiche sul metabolismo del PUFA e il loro impatto sulla neuroinfiammazione nella patogenesi dei disturbi psichiatrici.

Nel mentre, una bella cena a base di pesce, magari in spiaggia, di sicuro male non fa.

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Bigliografia :
Fonti :

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