Masticare non solo aiuta la digestione
Nella bocca avviene la prima digestione, questo è un dato indiscutibile noto al grande pubblico. La masticazione è infatti indispensabile per favorire la corretta assimilazione dei nutrienti contenuti nel cibo. Non altrettanto diffusa è invece la nozione che la masticazione svolge un importante ruolo nel regolare le sensazioni di sazietà che si accompagnano al consumo del cibo.
Lo studio
Un recente studio ha dimostrato l’influenza della masticazione sulle sensazioni di sazietà post-prandiale e sulla risposta glicemica. La pubblicazione porta la firma dei ricercatori del dipartimento di scienze dell’alimentazione della Iowa State University.
Allo studio hanno partecipato 22 individui, alcuni dei quali sono stati istruiti a consumare un uguale porzione di cibo masticandola 15 in volte, altri in 40.
Gli autori hanno quindi valutato il senso di appetito dei partecipanti ad intervalli regolari per tre ore dopo il pasto. Allo stesso tempo, venivano misurate nel plasma le concentrazioni di alcuni indicatori biochimici dello stato di sazietà, tra cui alcuni ormoni, la glicemia, i livelli di insulina e il peptide insulinotropico dipendente dal glucosio (GIP). Subito dopo la serie di misurazioni, ai partecipanti veniva offerto un pasto ad libitum, e i ricercatori misuravano la quantità di cibo consumata dai partecipanti.
Ebbene, i soggetti che avevano consumato il primo pasto durante un numero superiore di cicli masticatori riportavano meno appetito, una minore preoccupazione e desiderio per il cibo rispetto a coloro che ne avevano impiegato un numero inferiore di cicli. Chi aveva masticato più a lungo presentava anche concentrazioni plasmatiche superiori di glucosio, insulina e GIP. Questi soggetti presentavano, infine, concentrazioni plasmatiche superiori di colecistochinina e inferiori dell’ormone grelina.
Significato clinico
Lo studio ha chiaramente dimostrato che un numero elevato di cicli masticatori permette di raggiungere un maggiore senso di sazietà, limitando così la sovralimentazione, e può anche promuovere l’assorbimento del glucosio, prevenendo l’iperglicemia.