Fonti alimentari di Vitamina D: nessun ruolo nel diabete
L’assunzione di vitamina D attraverso l’alimentazione non contribuirebbe in modo statisticamente significativo a modificare il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.I livelli del pre-ormone assimilati con la dieta sembrano infatti contribuire solo in modo minimo allo status complessivo della vitamina nell’organismo.
È questa la conclusione alla quale sono giunti i ricercatori dell’istituto di epidemiologia di Neuherberg, i quali hanno potuto trarre questo risultati in seguito all’analisi delle associazioni tra le abitudini alimentari e l’incidenza del disordine metabolico in un vasto campione di individui arruolati nello studio European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC)-InterAct.
Nell’analisi, infatti, l’assunzione della vitamina attraverso la dieta nell’arco di 10 anni non sembrava correlare in alcun modo con il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2.
I livelli endogeni della vitamina D sembrano essere effettivamente correlati al rischio del diabete di tipo 2, come emerso da una serie di studi prospettici.
Tuttavia, non è chiara la fonte del composto che contribuisce in modo sostanziale ai suoi livelli biologici. Il presente studio sembra avere quindi screditato l’alimentazione come fonte principale della vitamina D, a favore della sintesi endogena che avviene nella cute come conseguenza dell’esposizione alla luce solare.
- L'anamnesi alimentareL’anamnesi alimentare analizza i consumi alimentari abituali del paziente, attraverso il diario alimentare o il recall delle 24-48 ore.