E ora, dopo l’obesity day…
Un’occasione nata 21 anni fa a cura dell’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica ADI.
Ancora oggi, c’è bisogno di una complessa strategia di prevenzione che abbandoni per sempre il paradigma della responsabilità personale e che coinvolga nel cambiamento ambienti e ritmi sociali obesiogeni.
Città e periferie a misura d’uomo, strumenti di comunicazione al servizio dell’uomo e non padroni, il ritmo della luce e del riposo oltre le pressioni sociali.
Anche quest’anno, il 10 Ottobre, la Fondazione ADI con il coinvolgimento dei 130 Centri Obesity Day afferenti all’ADI ed attivi sul territorio Nazionale ha voluto:
- Sensibilizzare l’opinione pubblica nei confronti dell’obesità
- Aumentare la consapevolezza dell’impatto dello stigma sul peso e cosa si può fare per migliorare la qualità di vita delle persone
- Aiutare le persone a superare le barriere che sorgono a causa dello stigma, che può impedire loro di ottenere il trattamento medico ottimale di cui hanno bisogno.
- Diffondere a pazienti e media i dati preliminari di una Survey su Crononutrizione, qualità del sonno e peso corporeo, attraverso un questionario che mira a capire l’impatto dell’alimentazione durante la giornata sul peso
I risultati: la pandemia fa ingrassare, +4 kg per il 48% dei pazienti obesi
E’ quanto riporta AdnKronos. La pandemia di Covid-19 fa ingrassare. A incidere principalmente sull’aumento di peso, superiore ai 4 kg, registrato durante l’emergenza Covid-19 negli italiani affetti da obesità: isolamento, disregolazione emotiva, condizione lavorativa instabile e interruzione delle consulenze nutrizionali. A essere più colpiti: disoccupati, smartworker, persone con disagi emotivi importanti e casalinghe.
Prospettive prossime
Il problema obesità cresce e l’accesso ai centri specializzati, sempre meno finanziati e meno frequentati, diminuisce.
Il paziente prima tenta il fai da te, poi si rivolge al professionista sperando nel miracolo.
Ma la persona obesa in cuor suo lo sa, il cammino può avere qualche scorciatoia, ma il peso cambia se si cambia il paradigma, abituandosi a una nuova vita, probabilmente più alla propria misura e portata.
C’è un grande e importante lavoro da fare, in cui l’attenzione al paziente e la personalizzazione del trattamento alimentare giocano un ruolo predominante.
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