Dieta. Grassi insaturi riducono colesterolo ma non allungano la vita
È quanto emerge da uno studio statunitense, pubblicato dal BMJ. Osservando 9.400 persone, i ricercatori hanno sostanzialmente evidenziato che, nonostante i livelli del colesterolo plasmatico dei partecipanti risultassero inferiori, una volta scambiati i grassi saturi della dieta con quelli insaturi degli oli vegetali, la riduzione della colesterolemia non apportava a un miglioramento della sopravvivenza.
Secondo i risultati di uno studio statunitense, pubblicato dal BMJ, cucinare con grassi di natura vegetale, in alternativa ai grassi saturi animali, può aiutare a ridurre i livelli del colesterolo nel sangue, ma non sembra utile a contenere il rischio di malattie cardiache o ad allungare la vita.
Christopher Ramsden, autore principale dello studio, ricercatore del National Institutes of Health e della University of North Carolina a Chapel Hill, ha tenuto a sottolineare che, poiché numerose ricerche precedenti hanno collegato gli acidi grassi polinsaturi presenti nei vegetali, olio, noci e semi, con un minor rischio di malattie cardiache, alla popolazione è stata sempre raccomandata la sostituzione dei grassi di natura animale, come quelli del burro, della panna e del lardo, con quelli degli oli vegetali a base di mais, soia, colza e olive. Ma questa indicazione non era, in realtà, mai stata dimostrata da studi degli effetti sulla longevità, di diete randomizzate secondo il contenuto di grassi saturi o insaturi. Ebbene, lo scopo dello studio del team di Ramsden era proprio questo. Così osservando 9.400 persone, i ricercatori hanno sostanzialmente evidenziato che, nonostante i livelli del colesterolo plasmatico dei partecipanti risultassero inferiori, una volta scambiati i grassi saturi della dieta con quelli insaturi degli oli vegetali, la riduzione della colesterolemia non apportava a un miglioramento della sopravvivenza. “In effetti, i partecipanti che hanno avuto una maggiore riduzione del colesterolo, mostravano un rischio di morte più elevato, anziché minore “, ha rimarcato Ramsden.
I ricercatori hanno analizzato i dati relativi a un periodo di cinque anni (1968-1973) in soggetti dai 20 ai 97anni di età tra i residenti di una casa di cura e i degenti di sei ospedali psichiatrici del Minnesota. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a una dieta basata sulla sostituzione dei grassi saturi con olio di mais e margarina a base di grassi di mais, o ad un gruppo di controllo che consumava pasti ad elevato contenuto di grassi saturi da animali, comune margarina e derivati. Così si è visto che dopo il passaggio alla dieta con grassi vegetali, i partecipanti hanno avuto un calo dei livelli di colesterolo pari a circa il 14%, rispetto ad appena 1% di riduzione osservata nel gruppo di controllo. In particolare i ricercatori avevano considerato i valori della colesterolemia totale che comprende i trigliceridi, il colesterolo LDL e il colesterolo HDL tenendo ben presente che secondo le indicazioni dell’American Heart Association il valore ideale del colesterolo totale sierico dovrebbe essere inferiore a 180 mg / dL. Così hanno evidenziato che ogni 30 mg /dl nella riduzione del colesterolo, il rischio di morte aumentava del 22%, sulla base di un’analisi dei rapporti autoptici disponibili a partire dal 2015, per la popolazione dello studio. Inoltre, la dieta con grassi vegetali non era legata a una riduzione del rischio di sviluppare aterosclerosi.
Lo studio presenta alcuni limiti dovuti essenzialmente al fatto che la dieta sperimentale, utilizzata nello studio comprendeva quasi il doppio di acido linoleico (da noci, semi e grassi vegetali) rispetto a quanto ne contiene normalmente la dieta abituale degli americani. Inoltre dato che sono stati utilizzati olii vegetali altamente concentrati, chi mangia solo olii e grassi dalle noci e dai semi, potrebbe non riportare gli stessi effetti osservati. Nonostante questi limiti, comunque, i risultati dello studio suggeriscono che i grassi saturi e l’acido linoleico, sembrano non differire molto per i loro effetti sulla salute vascolare, come ha scritto in un editoriale Lennert Veerman della University of Queensland in Australia. E ha concluso aggiungendo che la popolazione si dovrebbe attenere più che altro alle raccomandazioni sugli alimenti per i quali non vi sono dubbi sulle indicazioni per la salute cardiovascolare. Per esempio: evitare i grassi trans, gli zuccheri aggiunti, e il sale. Seguire una dieta variata, ricca di diverse verdure, frutti interi, cereali integrali, pesci, carni magre, uova, legumi e noci, semi e prodotti derivati dalla soia. Comunque, se il dubbio sussiste per qualcuno dei grassi di natura vegetale, non è ancora il caso di evitarlo del tutto, e non è ancora detto che faccia male.