Composti vegetali e funzione cognitiva negli anziani
La ricerca, realizzata dal dipartimento di psicologia, è la prima ad utilizzare la tecnologia fMRI per studiare come i livelli di questi composti influenzano l’attività cerebrale.
E’ stata utilizzata la tecnologia fMRI, nota anche come risonanza magnetica funzionale, per misurare l’attività cerebrale di più di 40 adulti tra i 65 e gli 86 anni, durante l’esecuzione di test che richiedevano di ricordare abbinamenti di parole appresi in precedenza. I ricercatori hanno analizzato l’attività cerebrale mentre i partecipanti eseguivano i test ed hanno trovato che le persone con alti livelli di luteina e zeaxantina non hanno avuto bisogno di grossi sforzi mentali per completare l’operazione.
I ricercatori hanno determinato il livello dei composti in due modi: attraverso campioni di siero e attraverso l’analisi dei livelli dei composti presenti nell’occhio.
“C’è un processo di deterioramento naturale che si verifica nel cervello con l’avanzare dell’età, ma il cervello sa compensare questo deterioramento”, ha detto Lindbergh, uno degli autori dello studio. “Un modo per compensare il deterioramento è l’aumento di potenza del cervello per ottenere lo stesso livello di prestazioni cognitive”.
In questo studio, i partecipanti con livelli più bassi di luteina e zeaxantina hanno dovuto usare più energia del cervello e fare affidamento pesantemente su diverse parti del cervello, per ricordare gli abbinamenti di parole appresi in precedenza. Le persone con livelli più elevati, invece, erano in grado di minimizzare la quantità di attività cerebrale necessaria per completare l’operazione. In altre parole, erano “neurologicamente più efficienti”.
E’ nell’interesse della società studiare il modo per limitare questi processi di declino al fine di prolungare l’indipendenza funzionale degli anziani. Cambiare la dieta o l’aggiunta di integratori per aumentare i livelli di luteina e zeaxantina potrebbe essere una strategia di trattamento utile in questo.
Il passo successivo dei ricercatori è quello di verificare se gli interventi come cambiare la dieta per includere più verdure che contengono carotenoidi o l’aggiunta di integratori alimentari, potrebbero aumentare le prestazioni neurocognitive negli individui più anziani.
- Dagli alimenti ai nutrientiGli alimenti assunti forniscono all’organismo i nutrienti e l’energia; i fabbisogni energetici e di nutrienti variano da persona a persona.Patologie neurologicheLe malattie neurodegenerative rappresentano quell’insieme di malattie che portano a una progressiva perdita di capacità cerebrali.