Chetogenica contro ansia e depressione nell’Alzheimer

L'efficacia della chetogenesi
Utilizzo clinico delle diete chetogeniche

La malattia di Alzheimer è la malattia neurodegenerativa più comune nella nostra società, caratterizzata principalmente dalla perdita della funzione cognitiva. Tuttavia, nei pazienti sono stati descritti altri sintomi quali ansia e depressione.

Il processo è mediato da alterazioni dell’attività sinaptica ed extrasinaptica del neurotrasmettitore glutammato, che sono legate ad un ipometabolismo del glucosio quale principale fonte di energia cerebrale.

A tal proposito, la dieta chetogenica (KD) è stata proposta come trattamento non farmacologico che serve come fonte di energia alternativa ai neuroni aumentando la percentuale di grasso e riducendo la percentuale di carboidrati. La chetogenica ha mostrato risultati promettenti per migliorare i sintomi cognitivi associati a diversi disturbi neurodegenerativi, compreso AD.

Meccanismo d’azione

I principali risultati scientifici suggeriscono che il KD è una fonte di energia alternativa per i neuroni nell’AD con conseguenze positive per il cervello a diversi livelli come epigenetico, metabolico e di segnalazione, e che la sostituzione dei carboidrati con i grassi è associata a miglioramento dei sintomi emotivi e dell’attività del glutammato nell’AD.

KD è in realtà un modello biochimico del digiuno.

Il glucosio è noto per essere la principale fonte di energia per i neuroni. Tuttavia, in alcune condizioni come la privazione del cibo o il digiuno, le cellule cerebrali utilizzano altre fonti energetiche alternative, come i corpi chetonici. In queste circostanze il corpo umano inizia ad utilizzare i grassi dei propri depositi con conseguente chetosi.

Gli effetti neuroprotettivi della KD potrebbero essere spiegati da azioni indirette sui neuroni. Si è visto che ci sono cambiamenti nel microbioma dopo aver seguito questo tipo di dieta, legati ad un miglioramento dell’asse intestino-cervello.

Quale dieta chetogenica?

Per quanto riguarda la distribuzione delle calorie, nella KD, il 90% dell’apporto calorico totale proviene dai grassi, mentre solo il 6% è dalle proteine e il 4% dai carboidrati. Ciò può essere ottenuto con una composizione caratterizzata da un rapporto di macronutrienti di 4:1 (4 g di grassi ogni 1 g di proteine e carboidrati), riducendo i carboidrati al 10% dell’energia consumata.

Esistono tuttavia delle alternative che modificano leggermente la proporzione di carboidrati, come la dieta de Atkins in cui questi vengono limitati al 5% dell’energia alimentare ottenendo interessanti miglioramenti cognitivi. Inoltre, questa chetogenesi è più efficace quando i grassi, invece di essere acidi grassi a catena lunga (LCFA) (che rappresenta la versione classica della dieta) sono trigliceridi a catena media (MCT come l’olio di cocco), in quanto aumentano la concentrazione di corpi chetonici nel sangue anche se i carboidrati sono presenti nella dieta, rendendola una dieta meno restrittiva e più facile da seguire.

miglioramenti emotivi possono essere conseguenza dell’azione diretta dei corpi chetonici in relazione ai recettori glutamatergici extrasinaptici eNMDAR.

In effetti, l’acetone e il beta-idrossibutirrato (βHB) agiscono come inibitori del glutammato nel recettore NMDA, evidenziando in particolare l’attività esibita dal βHB, che inibisce gli effetti degli agonisti di questi recettori alle concentrazioni raggiunte in vivo.

I miglioramenti nell’ansia e nella depressione osservati nei pazienti con AD potrebbero anche essere correlati alla protezione che i corpi chetonici sembrano esercitare sui neuroni corticali contro la tossicità indotta dalla beta-amiloide.

Inoltre, i corpi chetonici acetoacetato e βHB, dopo aver attraversato la barriera emato-encefalica, possono sostituire la glicolisi. Questo cambiamento migliorerebbe l’attività del glutammato a livello sinaptico, con una migliore efficienza dell’ATP.

A quale punto della malattia KD potrebbe essere più efficace?

Gli studi mostrano come il miglioramento della memoria episodica e la vitalità segnalata si verificano nei pazienti con lieve deterioramento cognitivo (MCI) all’inizio dell’AD, principalmente nella fase lieve-moderata della malattia. La spiegazione di questi risultati può essere dovuta al fatto che l’ipometabolismo energetico inizia a manifestarsi anche decenni prima dell’insorgenza dei sintomi clinici che progrediscono nelle prime fasi della malattia.

Potrebbe essere terapeuticamente vantaggioso nelle fasi iniziali abbinare alle diete altri trattamenti nutraceutici o farmacologici volti a frenare l’elevato stress ossidativo associato all’ipometabolismo glucidico (vitamina C, l’acido α-lipoico o i polifenoli).

Negli stadi avanzati, KD dovrebbe essere combinata con farmaci che trattano i segni patologici della malattia, fondamentalmente legati alla formazione delle placche amiloidi.

Significato clinico

Se le valutazioni cognitive positive sono dimostrate a breve termine, e non ci sono studi pubblicati che abbiano condotto follow-up per determinare se i miglioramenti in variabili come ansia e depressione siano mantenuti nel tempo, o anche quando la dieta viene interrotta. 

Bigliografia : Jose Enrique de la Rubia Ortí, David Fernández, Félix Platero, María Pilar García-Pardo

mar 7 dicembre 2021
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