Chetogenica a tempo determinato
La dieta chetogenica a bassissimo contenuto calorico (VLCKD) è efficace e sicura per gli individui obesi, ma esistono informazioni limitate sul suo impatto sulla barriera intestinale.
La barriera intestinale rappresenta un’unità funzionale che consente l’assorbimento dei nutrienti e impedisce la penetrazione di macromolecole indesiderate, spesso pericolose.
Vi sono prove crescenti che la disbiosi intestinale causi l’infiammazione di basso grado che si traduce in una disfunzione della barriera intestinale, aumentandone la permeabilità e favorendo l’endotossiemia, che è uno dei principali fattori nell’emergere dell’infiammazione metabolica e dell’insulino-resistenza.
L’alterazione della composizione del microbiota intestinale e della funzione di barriera intestinale può influenzare direttamente o indirettamente la produzione e la secrezione di ormoni endocrini intestinali, innescando malattie metaboliche.
A questo proposito, è noto che cibi particolari e un apporto calorico eccessivo possono determinare alterazioni del microbiota intestinale e danni epiteliali, portando ad un aumento della permeabilità e alla traslocazione del contenuto luminale alla mucosa sottostante. La compromissione della barriera intestinale è stata osservata in pazienti con obesità patologica, ed è anche associata a una maggiore risposta infiammatoria nel compartimento sistemico.
Lo studio
Questo studio italiano ha analizzato gli effetti di 8 settimane di VLCKD su 24 pazienti obesi (11M/13F).
L’assunzione di carboidrati è stata fissata a 20-50 g/die, mentre l’assunzione di proteine e lipidi variava rispettivamente da 1-1,4 g/kg di peso corporeo ideale e 15-30 g al giorno.
L’apporto calorico giornaliero era inferiore a 800 kcal.
I ricercatori hanno valutato la permeabilità dell’intestino tenue con il test di assorbimento del lattulosio-mannitolo. Sono stati analizzati marcatori multipli, come la zonulina sierica e fecale, la proteina legante gli acidi grassi, le concentrazioni di diammina ossidasi, i marcatori urinari di disbiosi (indicano e scatolo) e i livelli circolanti di lipopolisaccaridi, oltre ai marcatori di infiammazione (interleuchina sierica 6, 8, 10, e le concentrazioni di fattore di necrosi tumorale-α).
I risultati hanno mostrato, come atteso, riduzioni significative di peso, indice di massa corporea e circonferenza della vita dopo la dieta.
Tuttavia, il rapporto lattulosio-mannitolo è aumentato del 76,5% e si è verificato un aumento significativo dei marcatori di disbiosi alla fine della dieta.
Significato clinico
Nonostante i benefici iniziali, la VLCKD potrebbe influenzare negativamente la funzione della barriera intestinale nei pazienti obesi, peggiorando potenzialmente il loro equilibrio intestinale, già compromesso.
Il protocollo dieta integrata proposto da Dietosystem prevede una prima fase VLCKD di 14 o 21 giorni, seguita da un progressivo reintegro dei carboidrati fino alla fase di mantenimento con una dieta ipocalorica. La fase strettamente chetogenica ha una durata molto inferiore a quella dello studio, e l’integrazione con Probionorm, a base di pre e probiotici, potrebbe aiutare a prevenire o correggere la disbiosi.
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