Antiossidanti riducono l’età biologica


L’invecchiamento non è solo una questione di anni che passano: all’età cronologica si accompagna l’età biologica, che misura lo stato reale di salute dell’organismo. Quando l’età biologica supera quella cronologica, si parla di invecchiamento accelerato, un fenomeno associato a un maggior rischio di malattie croniche e ridotta aspettativa di vita.
Un gruppo di ricercatori ha analizzato i dati del National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES), un ampio programma di sorveglianza sanitaria condotto negli Stati Uniti, per capire come l’indice di rotondità corporea (BRI) – un indicatore di obesità addominale – influenzi l’invecchiamento biologico, e come questo legame venga modificato dal sesso e dall’assunzione di acido ascorbico (vitamina C).
Lo studio
Lo studio ha preso in esame 14.337 adulti tra il 1999 e il 2018 (età media 47,5 anni, circa metà donne).
L’invecchiamento biologico è stato calcolato confrontando età cronologica ed età biologica stimata tramite indicatori fenotipici e metabolici.
Le associazioni tra BRI e invecchiamento sono state valutate con modelli statistici avanzati, tenendo conto di possibili effetti non lineari e interazioni.
Sono stati testati meccanismi di mediazione legati a disfunzione metabolica, stress ossidativo e fattori protettivi come vitamina D e colesterolo HDL.
Ecco i principali risultati:
- Quasi la metà dei partecipanti (49,3%) mostrava segni di invecchiamento accelerato.
- L’aumento del BRI era associato a un rischio maggiore di invecchiamento biologico, ma la relazione non era lineare: oltre una certa soglia, il rischio cresceva più rapidamente.
- Le donne risultavano più vulnerabili: a parità di BRI, l’impatto sull’invecchiamento era più marcato rispetto agli uomini.
- La vitamina C sembrava avere un effetto protettivo: un’assunzione più elevata attenuava il legame tra obesità addominale e invecchiamento accelerato.
L’analisi dei meccanismi ha mostrato che il legame tra BRI e invecchiamento precoce era parzialmente mediato da:
- disfunzione metabolica (trigliceridi e indice trigliceridi-glucosio),
- stress ossidativo (acido urico e globuli bianchi),
- riduzione di fattori protettivi come vitamina D e colesterolo HDL.
Questi risultati rafforzano l’idea che non tutte le persone con la stessa età anagrafica invecchiano allo stesso ritmo, e che obesità addominale e metabolismo giocano un ruolo cruciale.
Inoltre, lo studio evidenzia due aspetti rilevanti:
- Il sesso femminile come fattore modificante, che potrebbe richiedere strategie preventive personalizzate.
- Il potenziale ruolo della vitamina C, già nota per le sue proprietà antiossidanti, come modulatore del rischio di invecchiamento accelerato.
Significato clinico
Un indice di rotondità corporea elevato è legato a un invecchiamento biologico più rapido, soprattutto nelle donne. Tuttavia, un’adeguata assunzione di vitamina C potrebbe attenuare questo effetto.
Lo studio suggerisce che intervenire su metabolismo, stress ossidativo e difese antiossidanti potrebbe rappresentare una chiave per rallentare l’invecchiamento legato all’obesità. Identificare le soglie di rischio del BRI potrebbe inoltre aiutare i clinici a individuare precocemente chi ha bisogno di interventi mirati per mantenere una vita più lunga e in salute.


- I principi nutritivi e le loro funzioniI principi nutritivi derivano dalla digestione degli alimenti, svolgono diverse funzioni, garantendo il mantenimento del benessere dell’organismo.