Antiossidanti fanno buon sangue
Sembra un’accezione banale, ma è semplicemente cosa assoldata nella comune opinione che la capacità antiossidante totale nella dieta (data dall’indice ORAC o più in generale TAC – total antioxidant capacity) sia inversamente associata con ictus, insufficienza cardiaca, e biomarker di infiammazione, cosa dimostrata tra l’altro da numerosi studi epidemiologici. In altre parole, se assumi antiossidanti sei protetto da infiammazioni e malattie cardiovascolari (CVD).
Tuttavia, gli studi sulla associazione di TAC, sia da dieta che da integratori, con i fattori di rischio per CVD nella popolazione degli Stati Uniti non sono molti.
Lo studio
E’ stato condotto uno studio trasversale basato sulla popolazione per rispondere proprio a questa domanda: la TAC influenza il rischio CVD? Se mangiamo sano, restiamo sani?
Si sono analizzati i dati provenienti da 4039 adulti statunitensi nel National Health and Nutrition Examination Survey (NHANES) 2007-2012. La TAC da entrambe le fonti, il cibo e gli integratori alimentari, è stata stimata sulla base delle risposte a 2 diari alimentari delle 24 ore.
Gli alimenti che contribuivano all’aumento della TAC erano il tè, i supplementi antiossidanti, il composto di verdure, il succo d’arancia, i frutti di bosco e il vino.
Gli individui che assumevano un supplemento antiossidante avevano TAC 1,6 volte superiore rispetto ai non utilizzatori.
Maggiore TAC è stata associata con trigliceridi ridotti, più alte HDL, miglior HOMA per la resistenza all’insulina, ridotta proteina C-reattiva (CRP) dopo aggiustamento per i potenziali confondenti.
Non c’era alcuna associazione significativa tra TAC e circonferenza vita, indice di massa corporea, pressione sanguigna, colesterolo LDL e totale e glicemia a digiuno.
Significato clinico
I risultati di questo studio supportano l’ipotesi che una dieta ricca di antiossidanti e l’assunzione di integratori sono utili per ridurre il rischio cardiovascolare.
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- Prevenzione cardiovascolareEsistono diversi fattori di rischio cardiovascolari; è quindi possibile intervenire su quelli modificabili per prevenire l’insorgenza di malattia.